“No all’emendamento, antiabortisti fuori dalle cliniche” – Notizie Pesaro – CentroPagina – .

“No all’emendamento, antiabortisti fuori dalle cliniche” – Notizie Pesaro – CentroPagina – .
“No all’emendamento, antiabortisti fuori dalle cliniche” – Notizie Pesaro – CentroPagina – .

PESARO – Consultori e riforma, lper protestare in Largo Volontari del Sangue con l’iniziativa diUdi (Unione Donne Italia Pesaro), Casa delle Donne Pesaro e altre associazioni locali.

I segnali parlavano chiaro: “Antiabortisti fuori dalle cliniche”, “Più consulenti, meno obiettori”. Il motivo della protesta è il fatto che attraverso a emendamento nel decreto Pnrr era previsto che le Regioni nell’organizzazione degli ambulatori possano avvalersi del “coinvolgimento di soggetti del terzo settore” e questa scelta, secondo gli organizzatori, è stata fatta per consentire alle associazioni pro-vita di entrare negli ambulatori pubblici, di fatto inserendoli nella distribuzione dei fondi Pnrr relativi al finanziamento della sanità locale, sottraendoli alla sanità pubblica e anche agli ambulatori.

Nel corso della manifestazione si è constatato che sono già presenti nelle Marche cliniche private “confessionali” sostenute economicamente anche da fondi regionali. «Ora verranno legittimate in tutta Italia, avviando, in previsione, una privatizzazione di questo importante servizio voluto dalle donne – incalza l’Udi – non abbiamo bisogno di associazioni anti-aborto e di cliniche privatementre quelle pubbliche vengono chiuse, svuotate di personale, trasformate in altro, privandoci di strutture sociali e sanitarie gratuite, laiche, aperte e accessibili”.

Lo dice l’Istituto superiore di sanità della Regione Marche è al di sotto della media nazionale per molti servizi erogati: il numero medio delle consulenze è del 12,5%, è al di sotto della media nazionale (15%), collocando le Marche tra le ultime 6 Regioni; su 61 sedi dichiarate, solo 25 hanno squadre complete con un rapporto che varia da 1 a circa 3 sedi per squadra e con un’ampia superficie per la quale si rileva l’assenza di squadre complete; gli utenti giovani (14-19 anni) sono solo l’1,6%, il dato più basso in Italia; i ginecologi sono presenti in media per 9,5 ore settimanali, sotto la media, le ostetriche per 28,7 ore, sopra la media come psicologi (23,3 ore) e assistenti sociali (16,3 ore), previste anche per attività extra-consulenti. Siamo sopra la media per lo screening dei tumori dell’utero (88,1%), molto più bassi per il programma parto 62,7% (81,2% la media) e per i corsi di sostegno alla nascita 50,8% contro 65,9% collocandoci nelle ultime 3 Regioni.

 
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