«Perdo il referendum? Chissenefrega, non mi dimetto” – .

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«Perdo il referendum? Chissenefrega, non mi dimetto” – .

DiPaola Di Caro

Il premier su «Tra mezz’ora»: «Non ci capiamo, arriverò alla fine dei cinque anni»

Qualcuno, evidentemente, non l’ha capito. Questo deve aver pensato il premier dopo che le sue parole pronunciate al Festival dell’Economia di Trento (“Le riforme? Fare o rompere, non sono qui per scaldare la poltrona”) avevano fatto pensare a sue possibili dimissioni in caso di rifiuto del referendum sulla premiershipche molto probabilmente si terrà visto che mancherà la maggioranza dei due terzi.
Infatti ieri, parlando a Tra mezz’ora, Lo ha spiegato Giorgia Meloni: «L’idea del referendum non mi spaventa e non lo considererò mai un referendum su di me ma sul futuro del Paese». Poi, per essere ancora più chiari: «Se il referendum non passa è un problema? Che importa. Sono pronto a dimettermi se il referendum viene respinto? No. Arrivo alla fine dei 5 anni e chiederò agli italiani di essere giudicati. Se la riforma non passerà gli italiani non l’avranno condivisa. Tutto il resto sono speranze della sinistra”.

D’altronde il primo ministro ne è convinto i risultati economici del Paese le daranno ragione, e questo è l’obiettivo più importante: «Il Patto di stabilità ha una fase temporanea di rientro, sulla carta è sostenibile». Semmai non sarà colpa sua, mette le mani avanti: «Il disastro è nel buco da 220 miliardi per aver ristrutturato soprattutto le seconde case, con il Superbonus ci troviamo in difficoltà su tanti altri fronti. Il governo farà tutto il possibile per mantenere i suoi impegni».
Il resto è dedicato a temi internazionali. A partire dalle alleanze dopo gli Europei. Ciò che la Meloni esclude è qualsiasi patto con la sinistra: “Mai”. Mentre sembra ottimista sulle aperture anche nell’estrema destra: «Non sono abituato agli attestati di presentabilità. Il mio obiettivo principale è cercare di costruire una maggioranza di centrodestra e mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa. Penso che ciò che le maggioranze arcobaleno producono siano compromessi al ribasso. Non siamo in un periodo storico in cui possiamo permetterci un’Europa con compromessi al ribasso, e le maggioranze arcobaleno sono compromessi, di un’Europa debole”. Resta da vedere con chi costruire questa maggioranza, visto che la presidente von der Leyen si è detta contraria ad aperture verso Le Pen o partiti simili: «Ho con Ursula, per quanto normale sia, un rapporto di collaborazione istituzionale come con tutti, a me interessa solo portare a casa i risultati”, dice la Meloni con un certo distacco.

Toti e l’inchiesta in Liguria

Passiamo quindi a Israelecon una posizione intermedia: «La mancanza di empatia verso le vittime israeliane mi spaventa», il che dimostra «antisemitismo latente“, dice il leader di FdI, aggiungendo subito però che anche il governo israeliano non deve “cadere nella trappola” dei fondamentalisti e deve invece “rispettare il diritto internazionale», per arrivare al più presto a «due popoli e due Stati».
Si chiude infine con il caso Toti: «Io – dice il premier – non ho avuto modo di parlare con lui ed è difficile farsi un’idea chiara di questa vicenda. Per il futuro vorrei, e questo vale per tutti, che non passino mesi tra quando c’è una richiesta di misure cautelari e quando questa viene eseguita. Non aspettare le campagne elettorali”.

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26 maggio 2024 (modificato il 26 maggio 2024 | 21:17)

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