boom di partenze da Palermo e Catania – .

I dati delPrimo Osservatorio EF sull’Istruzione analizzato la provenienza geografica degli studenti di Programma Vacanze Studiopoco prima della pausa estiva che vedrà tanti ragazzi e ragazze intraprendere un’esperienza all’estero per rafforzare le proprie competenze linguistiche. La Sicilia in ottava posizionetra le regioni italiane, con 3,3% del totale degli studenti secondo i dati dell’osservatorio.

Education First con il suo osservatorio ha raccolto ed elaborato dati sulla provenienza geografica dei giovani partiti con il programma nel 2023 di osservarne la distribuzione su tutto il territorio italiano.

L’imminente chiusura delle scuole rappresenta per i giovani ragazzi italianil’inizio di un periodo dedicato allo svago, alla scoperta di nuovi luoghi ed esperienze, ma non solo: tra le nuove generazioni c’è chi sceglie di sfruttare la pausa estiva come occasione di formazione per consolidare le tue abilità linguistiche.

Le vacanze studio sono senza dubbio il modo più veloce per imparare una lingua straniera. Questi soggiorni all’estero rappresentano il giusto equilibrio tra apprendimento e divertimento. Esistono sia vacanze studio all’estero per bambini che vacanze studio per adulti, ed entrambe offrono corsi di lingua all’estero per 10 lingue e per ogni livello linguistico.

Dati dalla Sicilia

La regione che esprime il maggior numero di studenti in partenza per l’estero e il Lombardiacon il 26% del totale. La Sicilia è in ottava posizione, dopo il Piemonte, con 3,3% del totale degli studenti.

Inoltre, con una percentuale di 19,5% sul raggruppamento delle regioni meridionali, La Sicilia risulta essere uno dei più grandi bacini di studenti per le vacanze studiosuperata solo dalla Campania (36%) e dalla Puglia (19,9%).

Mappa delle Vacanze Studio EF

Allungando lo sguardo a città, Palermo e Catania contribuiscono in misura maggiorerispettivamente con circa i27,2% e 21,2% delle partenze, seguito da Messina con il 12,1%.

Dai dati emerge anche che l’interesse per le vacanze studio non si limita alle grandi città, ma lo è esteso anche ai centri meno popolatiIL: Ragusa, Enna e Caltanissetta ognuno di loro contribuisce 6,1% di partenze, evidenziando un interesse diffuso in tutto il territorio siciliano.

La classifica delle Regioni

La regione con il maggior numero di studenti che partono per studiare all’estero è l’Italia Lombardia, con il 26% del totale. Sul secondo gradino del podio c’è il Laziale con il 19,2%, seguito da veneto (7,2%) e Campano (7,1%). La classifica delinea prevalenza delle regioni settentrionaliche prosegue con l’Emilia-Romagna e la Toscana, per poi trovare la Puglia e la Sicilia, in ottava posizione con il 3,3% del totale degli studenti.

Per quanto riguarda le città di origine a livello nazionalee, nella testa si trova Roma (17,4%), seguita da Milano (15,6%). Seguono, con un divario significativo, Napoli (4,9%) e Torino (4%), prima di trovare Brescia (2,3%) e Bologna (2,1%). Firenze è al settimo posto, seguita dal trio lombardo formato da Varese, Bergamo e Como.

Le destinazioni
Malta

Nel classifica delle destinazioni preferitetuttavia, lo è Malta la meta preferita, che accoglie 12% del totale delle vacanze studio. Al secondo posto c’è New York con il 9,5%, seguito da Dublino (9,4%).

Altre località ambite includono quelle inglesi, come Londra (6,25), Brighton (6%) e Oxford (5,1%).

L’Italia è in ritardo nell’apprendimento della lingua inglese tra i paesi dell’UE

Secondo il rapporto EF EPI 2023 Di L’istruzione innanzituttoInfatti, Italia è ancora indietro per per quanto riguarda ilimparare la lingua ingleseal ventiseiesimo posto su 34 in Europa.

Natalia Anguas – EF

“L’arrivo della pausa estiva porta con sé innumerevoli opportunità per i giovani studenti e lo studio delle lingue, con metodologie alternative a quelle classiche adottate dalle scuole, rappresenta uno dei migliori investimenti per il proprio futuro”, commentato Natalia AnguasCEO di EF Italia.

“L’apprendimento delle lingue straniere, soprattutto dell’inglese, ha un impatto concreto sulla mobilità sociale e sulla riduzione delle disuguaglianze, soprattutto nei centri meno popolati e nelle città di provincia”, conclude Anguas.

 
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