“Forza Italia sarà sicuramente nella maggioranza Ue. Molti dei nostri critici non supereranno il 4%” – .

“Forza Italia sarà sicuramente nella maggioranza Ue. Molti dei nostri critici non supereranno il 4%” – .
“Forza Italia sarà sicuramente nella maggioranza Ue. Molti dei nostri critici non supereranno il 4%” – .

Fulvio Martusciello, napoletano, classe 68, da 10 anni è al Parlamento europeo e da 2 è capogruppo di Fi, il partito che rappresenta il Ppe. Che differenza fa appartenere alla famiglia maggioritaria del popolare europeo?

«È fondamentale, perché il Ppe esprimerà il presidente della Commissione europea e del Parlamento europeo. Nel 2019 l’Italia ha eletto 76 eurodeputati ma i 30 della Lega e i 14 del M5s, che non credevano nell’Europa, sono finiti nel congelatore, non partecipando alle decisioni importanti. Tutta l’Italia ha pagato per questa debolezza. Ad esempio, sul passaggio alle auto elettriche, avevamo chiesto il 2045 ma la maggioranza rosso-verde, approfittando della nostra debolezza, ha imposto 10 anni prima. Non eravamo 76, ma 32 italiani che lottavano per i nostri interessi. Molti esponenti della Lega Nord (9) e dei 5S, frustrati dal fatto che tutti gli emendamenti fossero stati respinti, hanno abbandonato i gruppi”.

Quale maggioranza preferireste dopo il voto e quale ritenete probabile?

«Puntiamo a quello che elesse Antonio Tajani alla guida del Parlamento europeo nel 2017, popolare, conservatore e liberale, contro la sinistra. Quanto alle probabilità, sappiamo una cosa: qualunque cosa accada, nella maggioranza ci sarà il Ppe e quindi Fi, mentre i tanti che in Italia parlano contro di noi non avranno seggi perché saranno sotto il 4%”.

Tutti dicono che l’Europa va cambiata: per voi blues, da dove cominciare?

«Va cambiato perché non possiamo mantenere il principio dell’unanimità con cui un singolo Paese blocca tutti gli altri, dobbiamo votare a maggioranza. E vogliamo un commissario per lo stile di vita europeo, perché per seguire la correttezza politica stiamo cedendo alle nostre tradizioni e alle nostre regole”.

Ma cosa si dovrebbe preservare di questa Unione Europea?

«Il mercato unico, il principio della libertà di movimento, le grandi riforme per mercati competitivi, con una concorrenza reale, il senso dell’Europa unita che è la nostra unica difesa da Cina e India».

Lei è un paladino delle preferenze, cosa conta di più in queste elezioni con sistema proporzionale?

«Il rapporto personale e politico con l’elettore. In 7 campagne elettorali ho sempre rispettato la mia parola, per questo non ho bisogno di bussare alle case ma mi aprono la porta”.

Conta anche distinguersi dagli alleati, per superare la Lega?

«Nessuna concorrenza, semmai nel mirino c’è il M5S. È importante in campagna elettorale non usare argomenti che non hanno nulla a che fare con l’Europa, come fa il leghista che non vuole far sventolare le bandiere dell’Ue o il candidato di sinistra che vuole ripristinare l’imposta sul patrimonio”.

Come sta cambiando Fi sotto la guida di Tajani?

«Siamo veramente un partito popolare, siamo autorizzati a scrivere nel simbolo del PPE come riconoscimento che siamo gli unici eredi del pensiero democristiano. Avere un leader come Tajani è il nostro orgoglio, un bel biglietto da visita”.

Obiettivo del 10%?

“I voti sono come gli abbracci dei bambini, non bastano mai”.

 
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