Brescia chiama, il Csm non risponde. Di fronte alle richieste provenienti dagli uffici giudiziari di un incremento dell’organico per consentire il rapido svolgimento dei processi contro i presunti autori della strage di Piazza della Loggia (uno al tribunale ordinario contro Roberto Zorzi, l’altro al tribunale dei minorenni contro Marco Toffaloni) l’organo di autogoverno della magistratura non si è ancora espresso e attivato. Ci sono stati due solleciti, rispettivamente il 2 e il 13 maggio. Il terzo arriva sulla stampa.
Il presidente della Corte d’Appello Antonio Matano e il procuratore generale Guido Rispoli hanno convocato i giornalisti una settimana prima per illustrare lo stato dell’arte visita a Brescia del presidente Mattarella e due dall’udienza contro Roberto Zorzi. «I processi per la strage sono molto complessi e richiedono uno sforzo eccezionale, che probabilmente impegnerà in via esclusiva le rispettive giurie per almeno un anno. Per garantire il rapido e regolare svolgimento dei due processi dovranno intervenire i magistrati incaricati della loro celebrazione essere necessariamente sostituito da altri colleghi con riguardo allo svolgimento della normale attività giurisdizionale”.
I vertici della giustizia bresciana chiedono di prelevare quattro magistrati da altre circoscrizioni. «Non è possibile attingere a quello di Brescia – hanno spiegato –, la coperta è troppo corta. Lo è da tempo immemorabile. Se vogliamo che i processi si svolgano rapidamente, come ha chiesto lo stesso presidente Mattarella, è necessario un intervento. Altrimenti l’accertamento della verità sui tragici eventi di 50 anni fa sarà solo a singhiozzo”.
