Indagini, truffe e truffe, anche in Calabria false assunzioni di migranti – .

Indagini, arresti, frodi e truffe. Il sistema della falsa assunzione dei migranti eludere il decreto flussi sembra affondare le sue radici in quella parte dell’imprenditorialità che troppo spesso è collusa o fa parte del sistema criminale. E così, in Puglia, in Campania, in Calabria ma anche al Nord si moltiplicano i fascicoli di indagine su truffe che permettono ai datori di lavoro di lucrare illegalmente sulla pelle dei migranti con il sogno di ottenere un permesso di soggiorno.

Si tratta di numeri anomali che da tempo portano investigatori e inquirenti, soprattutto dal Sud Italia – dalla Puglia al Calabria – condurre operazioni e indagini contro datori di lavoro troppo zelanti nel promettere la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, senza però mai portare a termine le richieste. Solo pochi mesi fa, nel Salento, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno arrestato tre imprenditori con l’accusa di aver favorito l’immigrazione clandestina di 900 migranti sfruttando lo stesso modus operandi. Soldi che hanno permesso loro di chiedere al Viminale il “modulo informatico” che attesta l’assunzione dei migranti.

Un’attività che aveva fruttato utili per oltre 1,3 milioni di euro. Ma non sembrano essere casi isolati, piuttosto una pratica sperimentata da anni con la quale imprenditori senza scrupoli tentano di arricchirsi sulle spalle dei migranti. Episodi registrati anche in Calabriaparticolarmente dentro Piana di Sibari. Sono venuti dai migranti chiesto 6.000 euroattraverso un mediatore, per ottenere la promessa di un lavoro e, quindi, la possibilità di restare in Italia.

 
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