Ballo a Firenze. Funaro guadagna 10 punti, ma al Pd non basta. Schmidt: partita aperta – .

Ballo a Firenze. Funaro guadagna 10 punti, ma al Pd non basta. Schmidt: partita aperta – .
Ballo a Firenze. Funaro guadagna 10 punti, ma al Pd non basta. Schmidt: partita aperta – .

Il nome del nuovo inquilino di Palazzo Vecchio, lui (o lei) che siederà sulla poltrona più chic del Salone di Clemente VII, Firenze lo scoprirà in una data particolare, il 24 giugno, festa del santo patrono San Giovanni, la notte dei ‘fuochi’, una messa di preghiera laica sulle rive dell’Arno. Detto questo – e cioè che sarà ballottaggio – va notato che il sospiro di sollievo del centrosinistra per la pubblicazione degli exit poll di domenica sera si è confermato in ‘espirazione’ nel lungo dibattito di ieri. pomeriggio, mentre venivano esaminate le 360 ​​sezioni fiorentine.

La candidata dem Sara Funaro ha dieci punti di vantaggio sulla civica sostenuta dal centrodestra Eike Schmidt. Il risultato è nell’ordine di 43 a 33, circa 14mila voti di differenza. Lungi dall’essere un trionfo per il centrosinistra, che a Firenze è abituato a numeri ben diversi, ma pur sempre una spinta dell’ultima ora che ha almeno scacciato i fantasmi dei sondaggi delle ultime settimane che davano Funaro avanti di soli 3 o 4 punti. Un sospiro di sollievo che in altri tempi non sarebbe stato nemmeno previsto visto che, che fossero DS o Dem, le elezioni comunali non sono mai state una preoccupazione per il centrosinistra. Cinque anni fa vinse Dario Nardella con il 57% dei voti, lasciando il 24% al dirigente Ubaldo Bocci. Nel 2014 vinse con il 52%. Lievi guai solo per Renzi nel 2009 che, contro Galli, attese 15 giorni per arrivare a Palazzo Vecchio, fermandosi al primo turno a un netto 48%. Mai guai per Leonardo Domenici nel 1999, ma nel 2004 vinse al ballottaggio.

Adesso i pronostici ricadono fisiologicamente tutti su di lei anche se Schmidt dice di crederci ancora. Altro dato che si vede dai numeri: il centrodestra ha fatto bene, il risultato è più che dignitoso ma l’ex direttore degli Uffizi, ora in congedo da Capodimonte, non ha fatto la svolta come speravano i partiti che lo sostengono. Soprattutto Fratelli d’Italia: la polarizzazione del voto nazionale su Giorgia Meloni ed Elly Schlein sulle rive dell’Arno non ha avuto alcun effetto su Schmidt (nonostante il buon risultato dei Fratelli che ha superato il 20%) ma d’altronde sembra essere stata una guida discreta per Funaro.

Ma la votazione perde ormai gran parte della sua attrattiva anche per un altro motivo, che è la vera sorpresa di questa tornata elettorale. Ed è questo il crollo verticale di Matteo Renzi con la sua candidata, la numero due della Regione Stefania Saccardi che, correndo con Italia Viva, ha superato di poco il 7% dei voti.

Alla vigilia del voto il senatore, bombardando a giorni alterni contro il Pd e l’ex amico Dario Nardella in particolare su città-multifabbrica, restyling del Franchi e traffico pazzesco, si era infatti posto come equilibrio di potere in Il ballottaggio punta ad un risultato del suo candidato largamente in doppia cifra. Un tonfo così netto potrebbe addirittura indurre Funaro a non prendere nemmeno in mano il telefono per contattare i renziani e trovare una sintesi per il girone di ritorno, cosa impossibile negli ultimi mesi e che forse ora rimarrà davvero incompiuta.

Semmai i consensi raccolti dalla sorprendente Cecilia Del Re con la sua Firenze democratica potrebbero far gola sia al candidato dem che a Funaro. Il 6% tondo ottenuto dall’ex assessore all’Urbanistica della giunta Nardella – estromesso dallo stesso l’anno scorso per aver detto che la tramvia poteva passare dal Duomo (eresia per il Pd) e poi scappato a porta sbattuta dai dem casa – potrebbe essere uno dei punti di svolta nel secondo turno. Difficile che i due concorrenti bussino alla porta di Dimitri Palagi, volto della sinistra critica per la quale Pd e centrodestra sono più o meno alla pari. Poco rilevante l’eventuale peso specifico del cinque stelle Lorenzo Masi, che si mantiene al 3%.

Funaro resta concentrato, predica la prudenza ma si vede ad occhio nudo che il suo battito ha ripreso un ritmo piuttosto sereno dopo settimane velenose: “Ora tracciamo una linea e ripartiamo da zero. Da domani la sfida è tra noi e la destra, lo abbiamo sempre detto e sostenuto – le sue parole –. Tra il centrosinistra con il nostro programma, la nostra visione della città, i nostri valori e la nostra identità e la destra, la peggiore destra che vediamo ormai da troppo tempo”.

Dall’altra parte Schmidt sembra essere ancora più entusiasta dello scontro finale. Per l’ex re delle Gallerie, quando i punti di distacco sono «da 8 a 12, un’inversione di rotta è assolutamente possibile» anche perché «è già successo altre volte in Toscana come a Pistoia e ad Arezzo». Tradotto, “la partita è molto aperta e questo renderà le prossime due settimane molto più interessanti”.

 
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