Comunali di Livorno, Salvetti bis è un trionfo. Guarducci e Barale fanno flop Il Tirreno – .

Comunali di Livorno, Salvetti bis è un trionfo. Guarducci e Barale fanno flop Il Tirreno – .
Comunali di Livorno, Salvetti bis è un trionfo. Guarducci e Barale fanno flop Il Tirreno – .

LIVORNO. Trionfa Luca Salvetti, insieme alle liste del centrosinistra, guidate dal Pd che torna a sfiorare il 35% in città come non accadeva da tempo. Il centrodestra crolla e riesce a fare un disastro con Alessandro Guarducci, peggiorando – e di molto – il risultato della coalizione ottenuto cinque anni fa con Andrea Romiti (26,64% e seimila voti in più): al ballottaggio senza il vento favorevole del governo. Il candidato del Rinnovamento perde sia i voti della destra (che arriva al 30,2% alle europee) sia quello dei moderati che evidentemente hanno preferito scegliere altro, forse anche Salvetti. Il tutto senza contare il 4% e gli spiccioli ricavati dalla lista Guarducci più Azione.

Deludente, infine, il Primo Polo perché nonostante le sei liste collegate e tanto entusiasmo, invece di sommare – come speravano – le percentuali ottenute in passato dai singoli enti a cominciare da 5 Stelle e Buongiorno Livorno, addirittura dimezza i consensi. , rimanendo ampiamente al di sotto del 20%.

Ma in qualche modo, purtroppo, ci perde anche la democrazia rappresentativa, visto che ha votato solo il 55% degli aventi diritto (sette punti in meno rispetto allo scorso turno, che in termini assoluti corrispondono a 10.373 voti). Trasformando così il partito dell’astensionismo nel più grande. Capace, dopo aver disertato le urne, di blaterare fin da domani mattina, dimenticando di aver preferito fare altro invece di esprimere la propria preferenza.

Ma al di là dei numeri, il grande vincitore di queste elezioni è Luca Salvetti, 58 anni a settembre. Il giornalista cresciuto a Borgo, entrato in politica cinque anni fa, è stato rieletto sindaco di Livorno al primo turno senza passare per il ballottaggio: sempre un (secondo) turno faticoso e con qualche insidia. A Livorno non accadeva dal Paleolitico amministrativo: era il 2009 e Alessandro Cosimi spazzò via Marco Taradash. Così il candidato civico che teorizzò il modello livornese dopo lo schiaffo del Movimento Cinque Stelle al centrosinistra nel 2014, esce dalle urne più forte che mai, ancora più solido di cinque anni prima, una sintesi che (agli elettori) piace il prodotto della società civile e della macchina del partito, in parte conduttore che ci sorride, in parte compagno del calcio del mercoledì.

Un successo strettamente legato al risultato delle “sue liste” che, a differenza del 2019, quando erano residue nell’esito del voto, oggi diventano protagoniste del risultato, portando oltre dieci punti percentuali, coloro che hanno evitato il ballottaggio. In particolare Livorno Civica (il tandem consiglieri Raspanti-Cepparello) che fa meglio del Movimento Cinque Stelle, spingendosi sopra l’8%.

Se da un lato il risultato blocca il lavoro del sindaco per i prossimi cinque anni, la fiducia della città va ripagata con un piano di rilancio, in particolare per garantire lavoro ai giovani (magari a tempo indeterminato), servizi alle famiglie (mirati reddito e bisogni) e un sistema di cure estetiche più organico. Per ora Salvetti ha parlato poco del Livorno 2024 in campagna elettorale, ribadendo di voler portare avanti quanto messo in campo e consolidare il lavoro svolto. Una strategia di chi ha una chiara posizione di vantaggio e non vuole rischiare di dare un vantaggio agli avversari. Il che a dire il vero non è servito a metterlo in difficoltà tra Fumi e Cubone. Ma da oggi ovviamente la storia cambia. Visto il risultato, Salvetti può osare, addirittura sognare, di cambiare davvero in meglio la città. Pensando non solo alla Livorno del 2024. Ma gettando le basi economiche e sociali per quella del 2050. Glielo chiedono i livornesi che lo hanno votato. È giusto aspettarsi un’opposizione seria e costruttiva da parte di chi ha perso.

 
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