Al Festival di Verona il canto lirico, patrimonio UNESCO, unisce musica e valori italiani – .

Al Festival di Verona il canto lirico, patrimonio UNESCO, unisce musica e valori italiani – .
Al Festival di Verona il canto lirico, patrimonio UNESCO, unisce musica e valori italiani – .

“La Grande Opera Italiana, Patrimonio dell’Umanità”, la serata promossa dal Ministero dei Beni Culturali e organizzata in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona, ha portato alla ribalta 164 professori d’orchestra e oltre 314 coristi, provenienti da tutto il mondo. palcoscenico dell’anfiteatro romano. le fondazioni lirico-sinfoniche italiane. Insieme per la prima volta, in un impatto potente

06/11/2024

A Verona, città d’arte, storia, cultura e antiche tradizioni, patria dell’amore di Romeo e Giulietta, centro storico patrimonio dell’UNESCO dal 2000, un evento straordinario ha aperto il 7 giugno scorso il festival areniano, alla 101° edizione, per celebrare il canto lirico italiano recentemente dichiarato patrimonio immateriale dell’UNESCO.
Era presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarellail primo ministro Giorgia Meloni, Autorità governative, istituzioni militari e personalità civili.

“La Grande Opera Italiana, Patrimonio dell’Umanità”, nella spettacolare serata promossa dal Ministero dei Beni Culturali e realizzata in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona, portata sul prestigioso palcoscenico dell’anfiteatro romano costruito nel I secolo. D. C. e ristrutturato nel XVI secolo, 164 professori d’orchestra e oltre 314 coristi, provenienti da tutte le fondazioni lirico-sinfoniche italiane. Insieme per la prima volta, in un impatto potente. E Roberto Bolle E Nicoletta Manni hanno affidato alcuni brani musicali alla leggerezza dei passi di danza.

Musica, opera e danza in un linguaggio universale che emoziona e unisce. Un programma complesso. Trenta brani tra ouverture, cori, arie, nel magico gala dell’opera italiana, ma anche balletti e maschere dell’epoca, accompagnati dalla presentazione di Alberto Angela, Cristiana Capotondi E Luca Zingaretti. Le presenze sono state 12.500 e megaschermi nella città di Verona hanno ospitato l’evento trasmesso in mondovisione.
All’arrivo del Presidente della Repubblica, il concerto diretto, nella prima parte, dal Maestro Riccardo Muti si apre con l’inno di Mameli Michele Novaroseguita da quella europea con la Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven. La serata si conclude, dopo circa quattro ore, nella seconda parte diretta da Francesco Ivan Ciampa, con il brindisi “negli allegri bicchieri” de “La Traviata” di GiuseppeVerdi. Un canto intenso di orgoglio e speranza per il futuro del Paese.

«Credo che questa sera sia una grande occasione per parlare del nostro passato e costruire il nostro futuro», ha sottolineato il premier Giorgia Meloni entrando in Arena.

“Un’occasione unica e irripetibile in cui sono state ripercorse le arie più note e apprezzate della nostra produzione operistica, che si inserisce in quell’immaginario autentico italiano su cui il governo sta lavorando su più fronti”, spiega il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Sul podio dell’Arena, dalla bacchetta del carismatico Riccardo Muti la melodia di brani come l’ouverture dal “Guillaume Tell” di Gioacchino Rossini, la Sinfonia da “Norma” di Vincenzo Bellini, la “Patria oppressa!” da “Macbeth” e il “Va’ pensiero” da “Nabucco” di Giuseppe Verdi, l’“Intermezzo” da “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini e il “Preludio e Coro” dal “Mefistofele” di Arrigo Boito.

E poi, Francesco Ivan Ciampa con star dell’opera internazionali, come Anna Netrebko, Eleonora Buratto, Jessica Pratt, Juan Diego Flórez, Jonas Kaufmann, Vittorio Grigolo, Francesco Meli, interpreti dei brani più celebri della storia dell’opera italiana. Tra Bellini, Bizet, Donizetti, Giordano, Puccini, Leoncavallo, Mascagni, Rossini, Verdi.

Già insignito del premio “Merito della Lingua Italiana 2024” per aver “testimoniato e promosso la lingua italiana nel suo ruolo di direttore di alcune tra le più prestigiose orchestre straniere e con la sua instancabile opera di insegnamento e valorizzazione dei giovani”, Muti, come il L’Accademia della Crusca, ha ragionato, “ha lavorato direttamente anche sulla nostra lingua, esortando i cantanti in prova ad usare una dizione chiara e corretta e tutti gli esecutori a rispettare il significato del testo messo in musica, depositato nella sua tradizione linguistica secolare e ancora viva oggi, ed esigendo che nelle rappresentazioni delle opere siano rigorosamente rispettati i dettami del libretto originale, senza apportarvi inopportune innovazioni”.

Cecilia Gasdia, sovrintendente della “Fondazione Arena di Verona”, sottolinea che l’Opera “non è solo il primo made in Italy della nostra storia, ma è anche il portabandiera della lingua italiana nel mondo. Grazie all’Opera l’italiano viene studiato in tutti i continenti. E per Fondazione Arena è un orgoglio, oltre che una missione, essere leader nella diffusione di quest’arte”.

Massima eccellenza italiana, l’opera è, quindi, identità, storia, testimonianza di civiltà e di arte. Attraverso il canto diffonde la cultura e i sentimenti italiani nel mondo e la nostra lingua, per la sua duttilità e armonia, è lo strumento perfetto del suono delle parole.

L’orchestra è anche veicolo ed espressione di valori comuni. “L’orchestra è sinonimo di società. Ci sono violini, violoncelli, viole, oboi, tromboni… Ognuno di loro ha spesso parti completamente diverse, ma tutti devono contribuire ad un unico bene, che è quello dell’armonia di tutti”, è stato il messaggio finale di Riccardo Muto.

Nella città di Verona dell’incontro e della solidarietà, crocevia di popoli, Papa Francesco nell’incontro dello scorso maggio, intitolato “Giustizia e pace si baceranno”, ha portato un sogno di speranza, ricordando che “la pace la costruiamo noi, nelle nostre case, nelle nostre famiglie, tra i vicini, nei luoghi dove lavoriamo, in quartieri in cui viviamo”.

Nel terzo anfiteatro romano per grandezza, tra le pietre della memoria, la cultura guarda dunque al futuro attraverso la seduzione della poesia lirica. Un messaggio che arriva, senza tempo, al cuore con la forza dell’amore. E l’amore tormentato ma eterno degli amanti shakespeariani è metafora della condizione umana, del sognare e non abbandonare la speranza nel domani.

(Foto: Studio Fotografico Ennevi)

 
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