Immersioni vietate sul Lago di Como. Con i primi sprazzi di sole e caldo, nei giorni scorsi sono apparse sui social le prime segnalazioni di divieto di balneazione davanti al Tempio Voltiano e a Villa Geno. Un copione che si ripete ogni stagione estiva. Soprattutto le alte temperature inducono i turisti a stendere gli asciugamani sui prati e sulla spiaggia nei pressi del Tempio e a tuffarsi per rinfrescarsi, nonostante i divieti. Lo scorso anno la polizia locale aveva accertato un centinaio di violazioni per balneazione nelle acque vietate del primo bacino del Lario.
E proprio con l’arrivo dell’estate, la polizia locale annuncia l’avvio dei controlli nelle aree sensibili, anche alla luce delle numerose tragedie accadute nelle acque del lago negli ultimi anni. “La sospensione di alcune tipologie di controlli, ad esempio quelli esterni alle scuole, ci consente di passare ad altro – spiega il comandante della Polizia locale di Como, Vincenzo Aiello – Dal prossimo fine settimana introdurremo la presenza di agenti su biciclette e monitoraggio via lago, in collaborazione con le associazioni di volontariato della protezione civile, della Croce Rossa e del Soccorso Aereo, che a bordo di gommoni e imbarcazioni avranno una funzione dissuasiva verso comportamenti vietati. È importante attuare politiche preventive – conclude il comandante Aiello – Le sanzioni non sono sufficienti. Dobbiamo salvare vite umane, non solo fare segnalazioni”. La multa prevista dal regolamento di polizia urbana per i trasgressori è di 50 euro.
Sul lungolago sono presenti cartelli indicanti il divieto di balneazione e le zone di pericolo in varie lingue. “I segnali sono chiari e ne abbiamo posti abbastanza – dichiara l’assessore alla Protezione Civile di Palazzo Cernezzi, Michele Cappelletti – Diventa responsabilità di tutti tuffarsi o meno nel lago. L’impegno dei volontari è già notevole. Non possiamo fare più di questo”.
