relitti d’Italia. L’Italia si è risvegliata? – .

relitti d’Italia. L’Italia si è risvegliata? – .
relitti d’Italia. L’Italia si è risvegliata? – .

Allo Zo Center di Catania sabato 22 e domenica 23 giugno. Debutta “Sfracelli d’Italia” di Nicola Costa. Tutto è pronto per il nuovo debutto dello spettacolo teatrale “Sfracelli d’Italia”, scritto e diretto da Nicola Costa, sintesi e fotografia di un sistema la cui condizione politica, culturale e mediatica innesca la conseguente esigenza di rivendicare una dignità stordita e umiliata.

“Questa volta non è solo uno spettacolo, ma un’utile denuncia.” Con queste parole enigmatiche, insolite e allo stesso tempo fortemente indicative della propria teatralità, Nicola Costa (nella foto) presenta il suo nuovo spettacolo il cui titolo rappresenta il suo punto di vista sulla dimensione non solo artistica ma attuale, sociale, antropologica che riguarda un intero paese; un testo accompagnato a sua volta da un testo inedito dal titolo “L’Italia si è risvegliata?” con cui sottolinea il senso di responsabilità che manca agli italiani e che tutti dovremmo imparare a riconquistare. A chi gli chiede se il suo modo di fare teatro sia un modo di fare politica, Costa risponde con la consueta franchezza e senza bisogno di tentennamenti: “Il mio teatro non è mai il fine, ma il mezzo attraverso cui urlare, denunciare, emozionare, condividere. Il teatro è sempre stato politico, ma dovrebbe esserlo in modo apartitico e quindi neutrale e oggettivo. Il mio teatro è una necessità”.

Un curriculum di tutto rispetto quello dell’attore, drammaturgo e regista catanese, che vanta una quindicina di testi scritti per il teatro e rappresentati in giro per l’Italia in teatri, anfiteatri, scuole e istituti penitenziari. Il suo “Sfracelli d’Italia” è un lavoro messo in scena per il gruppo di interpreti del Laboratorio Accademico di Drammatizzazione Permanente nell’ambito del progetto artistico-culturale denominato Centro Studi Teatro e Legalità di Catania, diretto artisticamente dallo stesso Costa (chi fosse interessato alla le nuove ammissioni potranno contattare la segreteria al 3473554340 per prenotare il colloquio, oppure scrivere un messaggio privato sulla pagina o inviare una mail a [email protected]).

Quello ideato da Costa è senza dubbio un percorso progettuale, filosofico e artisticamente orientato, che non risparmia pugni nello stomaco ed emozioni forti, talvolta anche poeticamente crudeli, che coinvolge lo spettatore per i contenuti trattati e che abbatte letteralmente e radicalmente la quarta parete. per effetto di una regia attenta al dettaglio, matura e quasi matematica posta al servizio di un gruppo di interpreti affiatato e consolidata da altre produzioni convincenti (come non ricordare il tutto esaurito “Ritratto di un’isola” o “Il Viaggio – Storie di migranti di ieri e di oggi” accompagnati entrambi da critiche entusiastiche e unanimi di stampa e pubblico) e dalla grande fiducia che quest’ultimo, a sua volta, ripone e rinnova verso il suo maestro, conduttore, regista e amico.

“Penso a un teatro vero, orientato, contributivo – aggiunge Costa – che sappia dare senza pretendere nulla. L’unico progetto che seguo e di cui mi interessa discutere è quello del lavoro personale e di squadra, all’insegna del sacrificio, della collaborazione, della disciplina, dei risultati. Mi dissocio da tutto il resto con naturalezza e senza troppi rimpianti. Chiedo ai miei ragazzi non di agire, ma di essere. Agire è inutile. Lasciamo questa cosa ai politici, ai meschini, agli infami. Gli artisti devono saper fare altro: devono essere autentici, nudi, credibili.

Questo Paese, in questo momento caotico, ha bisogno di credibilità”. Parole chiare, forti, coraggiose e mai retoriche, proprio come il suo modo di fare teatro che non lascia mai nulla al caso e che giustifica un’attesa più che motivata per uno spettacolo su cui c’è tanta curiosità.

In scena: Orazio Calì Daniele Caruso, Tiziana Cosentino, Tiziana D’agosta, Daniele Di Martino, Filippo Giurbino, Alfio Mazzaglia, Leonardo Nicolosi, Marco Sambasile e Lavinia Scalzo con l’assistenza registica di Irene Galcagno, reciteranno temi di democrazia, informazione manipolata , subordinazione, mancanza di iniziative che rischiano di sprofondare il nostro Bel Paese in una palude. Nella speranza, ovviamente, che i versi dell’autore catanese, insieme alle numerose citazioni di Pertini, Calamandrei, Hugò, Sordi, siano soprattutto forieri di cambiamenti sani e non solo di amarezze senza via di scampo.


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