L’INTIFADA STUDENTESCA TORNA AD OCCUPARE PALAZZO BO IN OCCASIONE DEL SENATO ACCADEMICO. POLIZIA IN UNIVERSITÀ – Radio Onda d`Urto – .

L’INTIFADA STUDENTESCA TORNA AD OCCUPARE PALAZZO BO IN OCCASIONE DEL SENATO ACCADEMICO. POLIZIA IN UNIVERSITÀ – Radio Onda d`Urto – .
L’INTIFADA STUDENTESCA TORNA AD OCCUPARE PALAZZO BO IN OCCASIONE DEL SENATO ACCADEMICO. POLIZIA IN UNIVERSITÀ – Radio Onda d`Urto – .

Movimenti di solidarietà e protesta per il popolo palestinese. Ieri lo sono torna il sipario sul cortile di Palazzo Bo, a Padova, dove si è tenuta questo pomeriggio la seduta del Senato Accademico.

Gli studenti universitari in protesta hanno chiesto che la sessione si tenga a porte aperte, per far valere la loro richiesta di interrompere ogni rapporto con Israele e con le aziende produttrici di armi. I manifestanti hanno tentato di entrare quando i senatori sono entrati, ma tra di loro È intervenuta la Digos e la sicurezza dell’Università che impediva l’ingresso agli studenti.

A maggio Palazzo Bo era occupato da tende da una settimana, la protesta è culminata il 14 maggio in occasione della sessione del Senato, nella quale è stata approvata all’unanimità una mozione che condanna le violenze dell’esercito israeliano a Gaza e il via libera al finanziamento di 5 borse di studio per studenti palestinesi, affinché possano venire a studiare a Padova.

«Gli chiediamo di venire si è discusso pubblicamente della fine dei rapporti con il regime sionista e della sua complicità nel genocidio in corso, rescindendo ogni accordo con le università e le compagnie di guerra israeliane” dicono gli studenti riuniti sotto la sigla Padova Student Intifada “Un’Università che da mesi ignora studenti e studentesse e pensa di rifarsi finanziando solo 5 borse di studio per studenti palestinesi, dimostra il suo sostegno incondizionato a Israele e conferma la natura unilaterale e antidemocratica dei suoi organi decisionali. Il Contro-Senato accademico del 14 maggio, al quale hanno partecipato centinaia di studenti, dottorandi e personale tecnico-amministrativo, ha dimostrato come un processo decisionale collettivo, dal basso verso l’alto, sia l’unico legittimo e rappresentativo della comunità accademica. Dimostrare che possiamo riprendere il controllo delle decisioni di istituzioni come l’Università, contestando le politiche del nostro governo, dell’Unione Europea e della NATO, ci permette di far emergere le contraddizioni del sistema capitalista e imperialista, che in Palestina mostra la sua natura di violenza e oppressione. A causa di ciò non possiamo accettare forme di discussione diverse dalla discussione pubblica: Vogliamo che la comunità accademica attiva partecipi a un Senato accademico pubblico, che discuta la nostra mozione sul boicottaggio accademico”.

Da Padova Anna dell’Intifada studentesca Ascolta o scarica

 
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