Vi racconto del campione Tamberi”. Parla Riccardo, mio ​​amico di sempre – .

Vi racconto del campione Tamberi”. Parla Riccardo, mio ​​amico di sempre – .
Vi racconto del campione Tamberi”. Parla Riccardo, mio ​​amico di sempre – .

ANCONA La gioia di esserci. Le emozioni, le 2.37, l’abbraccio con il presidente Sergio Mattarella. Quel prato verde dell’Olimpico di Roma conquistato per abbracciare il tre volte campione europeo di salto in alto Gianmarco Tamberi. Il loro campione. Perché tra gli amici più cari, quelli che seguono Gimbo in tutto il mondo, c’è sempre stato l’anconetano Riccardo Palombini. Nella gioia e nel dolore. Proprio come sotto il cielo della Capitale. Non è una novità che insieme ad altri, tra cui i fedelissimi Espi e Massi, ma anche Gigio, Sabba, Federizio, Pozzi, Davidì, Sbù e Zuzzi, sia apparso in diretta televisiva in mezzo al campo sotto gli occhi del presidente della la Repubblica Mattarella e il numero uno del Coni Giovanni Malagò.

«Una storia incredibile»

«Martedì è stato l’ennesimo capitolo di un’incredibile saga – confessa Riccardo al rientro ad Ancona dalla trasferta di Roma – La serata sembrava andare contromano ma Gimbo, in difficoltà, si è esaltato. L’aspetto emotivo è tutto, sa emozionarsi con la sua tribù. E lo abbiamo capito”. Uno sguardo, lo ha capito: «Dopo i due errori a 2.29, tornando verso la Curva Sud ha incontrato i nostri occhi. Siamo andati alla balaustra, abbiamo caricato il supporto e lui ha iniziato a volare. 2.34, 2.37. Sapete cosa ci ha detto? Se lo faccio, scendi in campo. E siamo entrati. È un capitano fatto di tecnica, sudore e lavoro. Se vuole, non ha rivali”.

Riavvolgere il nastro dei ricordi è un susseguirsi di ricordi e aneddoti. Gioie ma anche lacrime: «Il nostro rapporto risale a molto lontano, dagli anni del liceo Savoia. Una classe, amicizie comuni che durano tutta la vita. Feste, momenti di svago, divertimento e atletica. Lo abbiamo seguito ovunque nel mondo. Avremmo dovuto essere a Rio 2016 quando il destino gli chiuse la porta in faccia, a Tokyo quando poi furono decise le porte chiuse. Sarò a Parigi? Senza il minimo dubbio mi deve ancora le Olimpiadi. Chi è Gimbo per me? Di buon cuore, un ragazzo sincero, era sempre presente nel momento del bisogno. Lo abbiamo visto piangere, gioire, soffrire, gioire. Lui è il nostro campione, perdiamo e vinciamo con lui. Ha scritto la storia”.

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Corriere Adriatico

 
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