Il progetto IED per Pitti Uomo 2024 – .

Da “enorme profondità creativa” parla l’artista multidisciplinare Michele Contecommentando i mesi trascorsi come curatore al fianco degli studenti IED selezionati per il progetto annuale del centro di formazione in occasione del Pitti Uomo (in corso fino al 14 giugno). I dodici stilisti prescelti, provenienti da tutte le sedi di Gruppo IED in Italia, Spagna e Brasile, sotto la guida di Comte hanno infatti dimostrato di saper tracciare e seguire traiettorie autonome e precise, senza lasciarsi intimidire da un tema ramificato, sconfinato e insidioso come quello dell’identità, individuato quest’anno. Non è un caso che il direttore di IED Firenze, Danilo Venturi, facendo gli onori di casa, abbia spiegato di trovarsi di fronte a “una generazione capace di dare speranza per il futuro del mondo creativo”.

Arte e moda negli spazi dell’ex Teatro dell’Oriuolo di Firenze

Prova di ciò sono i risultati di questo lavoro, confluiti in un’installazione in dieci atti che va oltre i confini canonici della moda e dell’interior design, intercettando i linguaggi della performance, del video, del disegno, della musica e della fotografia. Ma non solo: nel turbinio di iniziative che animano Firenze in questi giorni, il progetto presentato da IED finisce per acquisire una sorta di “respiro urbano”. A circa un mese dalla notizia dell’assegnazione quinquennale dell’ex Teatro dell’Oriuolo allo IED, tramite bando, sono proprio gli spazi rinati di questa storica sede ad accogliere Identità. Una circostanza che finisce per qualificare il progetto come un’esperienza aperta alla città: un’opportunità per accedere alle pratiche in evoluzione di giovanissimi designer internazionali, ma anche per varcare la soglia di un luogo rimasto inaccessibile per quasi tre decenni. Un edificio settecentesco, a due passi dalla cupola immutabile del Brunelleschi.

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Al passo degli uomini, E. Gentile

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Etere, G.Toniolo

4 veneri delle cosel fizialetti Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 3/12

Venere delle cose, L. Fizialetti

9 metagnizea pandelli Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 4/12

Metagnizza, A. Pandelli

8 fare il male non è così male barris sanjaime Per Pitti Uomo IED indaga sull'identità all'ombra del Duomo di Firenze 5/12

Fare il male non è poi così male, D. Barris Sanjaime

3 iossalem Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 6/12

Io, S. Salem

7 masculinity on Blooma Montesa Lopez Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 7/12

Mascolinità in Bloom, A. Montesa Lopez

6 olympiagalbizu Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 8/12

Olympia, G. Albizu

5 piccole cose al basilico Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 9/12

Piccole cose, A. Basilico

10 tramoiad arbex Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 10/12

Tramoia, D.Arbex

bmichel comte e danilo venturi direttore ied firenze Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 11/12

Michel Comte e Danilo Venturi Direttore IED Firenze

cmichel comte allo ied arts Per Pitti Uomo IED indaga l'identità all'ombra del Duomo di Firenze 12/12

Michel Comte al centro artistico IED

L’installazione Identity degli studenti IED a Firenze

E con A passo d’uomo Di Eleonora Gentile (IED Torino) che dà inizio al percorso espositivo Identità. Attraverso filati di seconda mano e porzioni di uncinetto, l’autrice definisce nello spazio assegnato – della stessa dimensione di quello degli altri colleghi coinvolti – un’ambientazione che rivendica la centralità della dimensione tattile. Spazio quindi alla capsule collection monocromatica Etereprogettato da Giovanni Tonolo (IED Firenze) e all’outfit video IO con quale Sabrina Salem (IED Milano) sposta l’attenzione sul ruolo delle relazioni – di altripotremmo dire – nella definizione delle identità individuali.

Studenti IED di Firenze con il progetto Identità

Oltre il giardino interno dell’ex teatro fiorentino, Identità occupa poi due ambienti di dimensioni eterogenee. In quello principale, attraverso la scultura multimaterica Venere delle cose, Leonardo Fizialetti (IED Roma) veste una figura antropomorfa con un maxi cappotto, a sua volta supportato da una selezione di oggetti: il riferimento, in questo caso, è alle cose che riempiono la nostra vita, rendendoci talvolta dipendenti da esse. L’installazione invita a testare l’equilibrio individuale, correndo anche il rischio di instabilità Piccole cose di Alessia Basilico (Accademia Aldo Galli di Como), leggibile attraverso molteplici livelli interpretativi tra cui un richiamo etico, in chiave anticonsumista. Completano l’itinerario Identità l’abito e la scultura Olimpia di Gaizka Albizu (IED Kunsthal Bilbao), l’installazione e capsule collection di abbigliamento maschile Mascolinità in fiore di Ana Montesa Lopez (IED Madrid), la riflessione sulla fragilità umana e il significato delle ferite proposta da Daniel Barris Sanjaime (IED Barcellona) in Jugar a ser sore no esta so malament. Quasi come se fosse dotata di una capacità demiurgica, Anastasia Pandelli (IED Cagliari) ha letteralmente dato input vitali ai modelli della sua capsule collection di abiti gender-neutral Metagnizzareintroducendo Identità anche la dimensione performativa. Diana Arbex (IED Rio de Janeiro) adotta finalmente la parola brasiliana Tramoia – che indica inganno, illusione e artificio – per la sua capsule collection di denim. Gli abiti, anche se apparentemente non apparenti, non solo nel loro primo ciclo di vita e, quindi, attraverso l’upcycling, assumono la loro nuova identità in mostra.

Valentina Silvestrini

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