La Scarzuola. Pura magia nel cuore dell’Umbria – .

La Scarzuola. Pura magia nel cuore dell’Umbria – .
La Scarzuola. Pura magia nel cuore dell’Umbria – .

di Chiara Giacobelli

Nel cuore dell’Umbria, vicino all’incantevole borgo di Montegabbione, in provincia di Terni, c’è un luogo diverso da qualsiasi altro sulla terra; un mondo tutto suo in cui si entra spinti dalla semplice curiosità, ma si esce diversi, più consapevoli e arricchiti. Stiamo parlando di La Scarzuola, un progetto storico, artistico e culturale dai molteplici risvolti simbolici, che si presenta come un gioco di rimandi al mondo della letteratura, della spiritualità, di miti antichi e di leggende che si tramandano da secoli.

Visitare La Scarzuola è un’esperienza a 360 gradi, talmente intrigante e allo stesso tempo ‘Complicata’ – altro nome con cui si indica il sito in questione – che diventa necessario farsi accompagnare dallo stesso proprietario, l’unico in grado di per spiegare ai suoi ospiti in quale universo magico sono approdati e quali sono i molteplici significati di ciò che incontreranno lungo il cammino. Il grande anfiteatro, i numerosi labirinti sparsi in modo più o meno visibile, la porta dell’amore, le aree verdi, la piramide di cristallo, la Torre di Babele: sono solo alcuni degli elementi che costellano questo viaggio tra sogno e realtà guidato dalla voce narrante di Marco Solari, attuale proprietario.

Solari acquistò il complesso negli anni ’80 per farne la sua abitazione privata, senza ancora sapere che sarebbe diventata la ragione stessa della sua vita. A chi va a trovarlo e si prenota con largo anticipo, pagando appena dieci euro per il biglietto d’ingresso, Marco Solari lo racconta così: “La Scarzuola è un viaggio simbolico e alchemico che si dipana con l’animo aperto rivelando metafore di tutte le vite e un Tra il convento (città sacra) e le fabbriche teatrali (città profana) si instaura un rapporto iniziatico, carico di simboli e segreti, di riferimenti e citazioni”.

Il convento a cui si riferisce è un antico monastero fondato proprio qui nel XIII secolo da San Francesco. Tra questa realtà spirituale delle origini e la casa divenuta oggi museo, si colloca nel mezzo – oltre a tanti anni di storia – la figura di Tomaso Buzzi, zio del proprietario, nonché celebre architetto, designer e artista del Novecento. Fu lui a rilevare il convento ormai in rovina e a trasformarlo nella sua personale e originalissima Città Ideale, ricca di riferimenti alla letteratura, alla musica, all’alchimia, all’esoterismo, alla mitologia, alla botanica, alla chimica, all’astrologia e ovviamente all’arte. Ispirandosi al libro ‘Hypnerotomachia Poliphili’ di Francesco Colonna del 1499, La Scarzuola intreccia il neomanierismo con le scale di Escher, i labirinti di Borges con i riferimenti alle figure mostruose, o divine, dell’antichità, in un crescendo onirico e inafferrabile rimasto all’epoca incompiuto .

Il nipote Marco ebbe quindi il compito non solo di decifrare l’incredibile opera d’arte, frutto di una mente geniale, ma anche di rimetterla in ordine, ristrutturarla, completarla il più possibile e infine aprirla al pubblico, prendendo sul compito stesso. impegno nel raccontare qualcosa di così misterioso, surreale, ma senza dubbio affascinante.

 
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