«Un incubo è finito» – .

«Un incubo è finito» – .
«Un incubo è finito» – .

Dopo un viaggio in macchina di 2mila chilometri in 24 ore, Roberto Salis, il padre di Ilaria, ha riportato in Italia la figlia, arrestata a Budapest nel febbraio dello scorso anno con l’accusa di aver aggredito militanti di estrema destra e ora liberata dopo l’elezione al Parlamento europeo con l’Alleanza Verdi-Si (e oltre 170mila preferenze). «Un incubo è finito», ha detto appena scesa dall’auto, mentre Ilaria, «stanchissima e sfinita» è andata subito a casa, a Monza, dopo aver sorriso quasi stupita nel vedere i giornalisti che l’aspettavano. «C’è stata emozione – ha poi detto Roberto -. Abbiamo fatto anche una foto davanti al cartello di Monza, perché è stata una bella esperienza”.
Il rilascio di Salis è arrivato ufficialmente ieri, dopo che il giudice Jozsef Sos le ha concesso l’immunità senza attendere la proclamazione ufficiale della sua elezione. Inflessibile nelle tre udienze finora svolte in un processo ora sospeso, il giudice Sos ha rapidamente risolto quello che stava diventando l’ennesimo motivo di controversia tra Roberto Salis e il governo italiano, accontentandosi di una lista informale con gli eletti italiani e inviando così la polizia ha tolto il braccialetto elettronico, cogliendo di sorpresa la stessa attivista italiana.
La sua famiglia aveva comunque organizzato un viaggio a Budapest, ma per andare a festeggiare il suo compleanno nell’appartamento dove era tenuta agli arresti domiciliari dal 23 maggio. Invece i suoi piani sono cambiati velocemente e i suoi genitori, sempre molto attenti alle questioni di sicurezza, hanno deciso di prenderla in macchina e riportarla in Italia.
Ad attenderli a Monza, nell’appartamento poco distante dal parco e dalla Villa Reale, c’erano i due fratelli e i loro amici più cari, gli stessi che seguirono tutte le udienze di Budapest e che aiutarono sempre la sua famiglia a risolvere tutte le questioni burocratiche e problemi logistici affrontati nei 16 mesi trascorsi tra Italia e Ungheria. Ma Budapest è il passato, di cui Ilaria Salis avrà ricordi positivi legati solo ai familiari che ha scritto all’ambasciata italiana indicando la disponibilità ad ospitarla pur non conoscendola e che poi l’hanno accolta per 20 giorni. Per il resto, «ha avuto un periodo di prigionia molto intenso e ha subito torture – ricorda il padre – Adesso ha bisogno di riposare, ci vorrà del tempo. Lo abbiamo riportato qui con tutto l’impegno che abbiamo messo”.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Corriere ortofrutta | PESCHE E NETTARINE, VERONA SI REINVESTISCE CON NUOVI IMPIANTI – .
NEXT Venezia. Litri di carburante si sono riversati nel canale della Giudecca durante il rifornimento alla pompa di benzina – .