Nuove scoperte grazie all’Archeoclub d’Italia aps Stabiae – .

Nuove scoperte grazie all’Archeoclub d’Italia aps Stabiae – .
Nuove scoperte grazie all’Archeoclub d’Italia aps Stabiae – .

Nella fitta vegetazione tra i boschi del Quisisana a Castellammare di Stabia continuano ad emergere importanti testimonianze del passato, grazie all’impegno dei soci dell’Archeoclub d’Italia aps Stabiae.

Da esplorazioni effettuate in luoghi impervi del bosco del Quisisana, sul Monte Coppola, sono state riscoperte due grotte carsiche, di cui solo pochi conoscevano l’esistenza.

L’ultima importante scoperta è avvenuta ieri mattina nel Rio Calcarella, dove l’“Indiana Jones” stabiese ha esplorato, addentrandosi nel sottosuolo, un’antica grotta non ancora censita.

UNA GROTTA CON STALATTITI E STALAGMITI SUL MONTE COPPOLA

“La storia di Castellammare si arricchisce di una nuova scoperta: una grotta con stalattiti e stalagmiti, e una cascata con un salto di una decina di metri. – ha affermato Massimo Santaniello, presidente dell’Archeoclub d’Italia aps Stabiae.

“Dopo ore di ricerca e una buona dose di rischio e sana incoscienza abbiamo scoperto la grotta di cui ci avevano parlato la gente del posto, ma che pochissime persone sono riuscite a vedere.”

La grotta, come comunicato dai soci dell’Archeoclub di Castellammare, si trova infatti a circa 35 metri di profondità sul lato più accessibile del pendio roccioso.

“Eravamo sul punto di abbandonare, alla fine siamo scesi in quattro e devo dire che ne è valsa la pena. – ha osservato Massimo Santaniello.

“La cavità naturale è stata ispezionata con il geologo Dott. Valerio Buonomo, che ci illustrerà gli aspetti della formazione geologica”.

“La scoperta è stata possibile grazie al prezioso aiuto di Francesco e Luigi, due operatori locali che conoscono bene la zona, e del loro socio Pasquale Donnarumma, guida escursionistica.”

Nella stessa zona la scorsa settimana è stata esplorata dai soci dell’Archeoclub aps Stabiae un’altra grotta carsica, all’interno della quale è stata fatta un’importante scoperta.

“Mentre esploravamo la Grotta del Santissimo sul Monte Coppola, iscritta solo nel 2004 nel registro delle grotte carsiche della Campania con il n. 584, è stata rinvenuta una costruzione circolare – ha spiegato il presidente dell’Archeoclub di Castellammare.

UNA COSTRUZIONE MISTERIOSA

“Realizzata interamente in tufo grigio a vista, ha l’ingresso formato da un arco a sesto acuto e la struttura non ha una copertura propria, ma sfrutta quella della cavità naturale, profonda una decina di metri”.

“Una costruzione che sembra avere una destinazione diversa dalle pietre calcaree presenti sulla collina e dalla forma di cono rovesciato. – ha osservato Massimo Santaniello.

La sua funzione è ancora da scoprire: non poteva essere una fornace, perché nelle vicinanze non c’è alcuna cava di pietra e non c’è alcuna strada che ne renda possibile il trasporto, ma solo un sentiero stretto e molto ripido.

Inoltre non è stata costruita in pietra calcarea e non vi sono tracce di fumo sulle pareti dovute alla cottura. Al momento, il suo scopo rimane un mistero.

ALTRE IMPORTANTI SCOPERTE DELL’ARCHEOCLUB APS STABIAE

“Da anni l’Archeoclub d’Italia aps Stabiae si dedica alla valorizzazione del territorio, attraverso lo studio dei testi antichi e le esplorazioni condotte sul campo. – ha sottolineato il presidente dell’associazione.

“Ciò ha permesso di ricostruire il percorso dell’acquedotto borbonico da Agerola al Bosco del Quisisana e ci ha permesso di scoprire l’acquedotto medievale che riforniva la Reggia del Quisisana in periodo angioino.”

Inoltre, grazie all’Archeoclub di Castellammare di Stabia, è stato recentemente riscoperto il grande sistema di acquedotti che dalla Costiera Amalfitana raggiungeva la Reggia del Quisisana e la costa.

“Una delle scoperte più belle fu quella del cunicolo da cui ancora oggi sgorga l’acqua, nei pressi della sorgente San Bartolomeo. – Ha chiarito.

“Le sue origini sono state definite dalla Soprintendenza Metropolitana di Napoli come molto antiche, simili come tipologia costruttiva agli acquedotti romani, ma solo studi più approfonditi potranno certificarlo”.

LE ESPLORAZIONI CONTINUANO

Il lavoro di esplorazione dell’Archeoclub d’Italia aps Stabiae è finalizzato alla comprensione del territorio dove la storiografia è molto scarna.

“Solo riesplorando luoghi abbandonati da decenni si può riscoprire la bellezza del territorio e della formazione geologica, come nel caso delle grotte carsiche sul colle di Monte Coppola.” – ha evidenziato Massimo Santaniello.

“Siamo sulle tracce di altre cavità del tutto sconosciute perché situate in luoghi quasi impervi e siamo convinti che continuando a esplorare i letti dei fiumi troveremo cose interessanti, perché il luogo impervio ne ha permesso la conservazione”.

“Non abbiamo la presunzione di essere scopritori, ma il lavoro di ricerca aiuterà a rivelare informazioni mai emerse prima”.

“Sappiamo che Monte Coppola era una zona frequentata dai Sanniti, che vi avevano edificato un tempio e una necropoli, quindi prima o poi emergeranno strutture antiche, mai notate prima. – ha concluso il Presidente della sede territoriale dell’importante associazione.

A nome di tutti i cittadini ringraziamo l’Archeoclub d’Italia aps Stabia per la significativa opera di riscoperta e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale del nostro territorio.

Alla luce delle nuove e rilevanti testimonianze storico-ambientali rinvenute sul Monte Coppola, appare sempre più fuori luogo la convenzione recentemente siglata tra il Comune di Castellammare e il Comune di Pimonte, per la trasformazione di 230 m del sentiero CAI 334 in un ex strada nuova.

Di questo esecrabile progetto, che convoglierebbe il traffico intercomunale attraverso il Bosco del Quisisana e il sito borbonico “Le Fontane del Re”, abbiamo già parlato in due articoli precedenti.

LE FOTO:


 
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