A Rionero in Vulture la mostra “Oro Verde – il sapore amaro del kiwi” a cura di Stefania Prandi – .

A Rionero in Vulture la mostra “Oro Verde – il sapore amaro del kiwi” a cura di Stefania Prandi – .
A Rionero in Vulture la mostra “Oro Verde – il sapore amaro del kiwi” a cura di Stefania Prandi – .

Domani, 17 giugno, a Rionero in Vulture (PZ) – presso la sede di Visione Urbane in Via Fontana 1961- alle 18:00 si apre la mostraGreen Gold – Il gusto amaro del Kiwi alla presenza dell’autore, del giornalista e del fotografo Stefania Prandi. “L’iniziativa -spiega in una nota- è finanziato con le risorse del progetto SAI promosso dalla Provincia di Potenza e gestito da ARCI Basilicata e Consorzio Officine Sociali.
Green Gold è una mostra che nasce dall’inchiesta realizzata tra il 2021 e il 2022 dalle giornaliste Stefania Prandi, Francesca Cicculli, Kusum Arora e Charlotte Aagaard, finanziata da Journalismfund Europe e pubblicata su quotidiani nazionali, come IrpiMedia, il Manifesto, Internazionale, e internazionali come El Pais, Al Jazeera, The Wire, Taz, Danwatch, VoxEurope.
Le foto di Stefania Prandi ripercorrono le tappe del viaggio di ricerca tra l’Agro Pontino, in provincia di Latina e il Punjab, stato indiano che confina a sud con il Rajasthan dove si trova la capitale Delhi, e a est con il Pakistan.
L’inchiesta ha indagato sullo sfruttamento dei lavoratori indiani dietro la filiera del kiwi. L’Italia, con 320mila tonnellate esportate in 50 Paesi, per un fatturato di oltre 400 milioni di euro, è il principale produttore europeo di kiwi e il terzo al mondo dopo Cina e Nuova Zelanda.

La prima regione del nostro Paese dove si coltiva la “bacca verde” è il Lazio. A livello globale, un terzo di tutti i kiwi commercializzati nella grande distribuzione proviene dalla multinazionale Zespri. Buona parte della frutta venduta con il marchio Nuova Zelanda proviene dalla provincia di Latina (10%). Un mercato gigantesco, che solo in Italia conta quasi 3mila ettari di campi, centinaia di produttori e migliaia di braccianti.
All’inaugurazione parteciperanno, oltre all’autore delle fotografie, ospiti del progetto SAI della Provincia di Potenza gestito da ARCI Basilicata con Consorzio Officine Solidali, tra cui il Sindaco di Rionero in Vulture Mario Di Nitto, l’Assessore di Parità della Provincia di Potenza Simona Bonito, il Presidente di Arci Basilicata Paolo Pesacane e il Presidente di Visioni Urbane Donato Pitoia.
Questa iniziativa rientra nel programma “migrAzioni 2024” organizzato dalla Fondazione Città della Pace per i Bambini Basilicata che mira a celebrare la “Giornata Mondiale del Rifugiato” nell’ambito delle attività di accoglienza dei progetti SAI con mostre fotografiche, documentari, eventi culturali e sportivi. Dal 13 maggio al 28 giugno gli abitanti dei diversi centri lucani che accolgono profughi saranno coinvolti per ricordare
che nel 2023, secondo i dati dell’UNHCR, oltre 110 milioni di persone sono state costrette a fuggire da guerre e persecuzioni.
La mostra è visitabile gratuitamente fino al 26 giugno su prenotazione telefonando al 348.47569527.

Stefania Prandi è giornalista professionista, scrittrice di reportage e inchieste e fotografa.
Si occupa di diritti umani, sfruttamento sul lavoro, violenza di genere, questioni sociali, ambiente e cultura.
Tra le sue collaborazioni, testate internazionali e internazionali come The Guardian, National Geographic, Al Jazeera, El País, Correctiv, Action, Radiotelevisione svizzera, Taz, Danwatch, IrpiMedia, Internazionale, il manifesto.
Ha collaborato con associazioni e organizzazioni non governative come ActionAid, Dry-Art, Time for Equality e Fondazione Città della Pace per i bambini della Basilicata.
Ha scritto tre libri. L’ultimo, pubblicato da People, si intitola Madri Lontane e racconta la vita delle donne rumene e bulgari che lavorano nei campi italiani e lasciano i figli nei paesi d’origine presso le nonne. Gli altri due essi sono: Oro rosso. Fragole, pomodori, soprusi e sfruttamento nel Mediterraneo, sui lavoratori che subiscono molestie sessuali, ricatti e stupri nelle serre in Italia, Spagna e Marocco; Le conseguenze. Femminicidi e altro
sguardo di chi resta sulle vittime del femminicidio e sulle loro famiglie. Questi ultimi sono stati pubblicati dalla casa Casa editrice Settenove.
Stefania Prandi ha vinto borse di studio e premi in Italia, Svizzera, Germania, Belgio e Stati Uniti. Tra i più importanti: Premi Fetisov; Premio nazionale Fnsi “Dov’è Tina Merlino oggi?”; Fondo Giornaliste – IWMF; Sovvenzione per la schiavitù moderna svelata dal Fondo per il giornalismo; Sovvenzione del Fondo per il giornalismo d’emergenza del National Geographic; Premio Henri Nannen; Premio Otto Brenner; Sovvenzione della Volkart Stiftung.
Relatore a festival ed eventi nazionali ed internazionali e tiene incontri nelle scuole.
Organizza e conduce laboratori di giornalismo e insegna presso il laboratorio di giornalismo femminista promosso dal collettivo Femminismi contemporanei dell’Università di Venezia.
Le sue fotografie sono state esposte in musei, scuole, università e biblioteche in Italia e in Europa. Il suo sito è www.stefaniaprandi.it”

Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.

 
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