La voce era quella di Andrea Bocelli ma il violino era quello di Anastasiya Petryshak, la bella e talentuosa musicista ucraina naturalizzata italiana di casa nella nostra città, a fare da colonna sonora ai grandi del G7. “Pensiamo al futuro dei bambini», ha detto, ricevendo – la sera del 14 giugno – un lungo applauso da parte dei potenti del mondo, sulle note di alcune delle arie più famose della tradizione operistica italiana. «Suonare davanti alle 7 potenze mondiali è stato emozionante, sapere di poter contribuire con la mia musica a questi livelli è meraviglioso» ha raccontato al quotidiano Avvenire il violinista che all’età di soli 15 anni studiò con Salvatore Accardo alla Stauffer e diventò poi testimonial di Cremona e della sua grande liuteria nel mondo. Anastasiya aveva uno splendido abito di paillettes ma quello che saltava all’occhio era il pancione perché la musicista aspetta il suo secondo figlio. L’emozione è stata ancora più grande perché al centro del dibattito tra le sette grandi del mondo c’era l’Ucraina, la sua tormentata patria. Allo scoppio della guerra lei postava sui social alcune frasi sorprendenti: “In questi giorni bui tutti i miei pensieri vanno alla mia famiglia in Ucraina e al mio sostegno al popolo ucraino che deve proteggere le proprie famiglie durante questa guerra ingiusta”. Il post si apriva con una citazione del Mahatma Gandhi: “Il giorno in cui il potere dell’amore supererà l’amore per il potere, il mondo conoscerà la pace”. Poi Petryshak ha citato Eleanor Roosevelt: “Non basta parlare di pace. Devi crederci. E non basta crederci. Dobbiamo lavorarci sopra”. e poi osservare: “Abbiamo la responsabilità di creare un futuro migliore per la prossima generazione. È nostro dovere lasciare un mondo migliore ai nostri figli…”.
Anastasiya Petryshak collabora con Bocelli fin da quando era bambina. Con lui suonò anche nella Basilica della Natività di Betlemme in un concerto memorabile diffuso in tutto il mondo
