i messaggi (beffardi) della vittima all’assassino – .

i messaggi (beffardi) della vittima all’assassino – .
i messaggi (beffardi) della vittima all’assassino – .

Bologna, 17 giugno 2024 – Due minuti e mezzo. Questo è quanto tempo è passato da quando un trentottenne ucraino è entrato nel palazzo al civico 125 di via Ferraresedove viveva Romano Matvieevtenendone uno chiave lunga circa mezzo metrofinché non ne esce di nuovo, senza fiato e, soprattutto, con a braccio coperto di sangue. Il sangue di Romano.

Roman Matvieiev aveva 40 anni, è stato ucciso nella sua abitazione di via Ferrarese: l’assassino è in carcere

Messo in un angolo, il trentottenne ce l’ha confessato tutto: è stato lui, venerdì sera intorno alle 21, ad assassinare il connazionale quarantenne nell’appartamento di quest’ultimo.

Dietro il gesto atroce, questioni di cuore: Roman ce l’aveva da tempo una relazione con la moglie del suo assassino. Il quale non solo lo aveva scoperto, ma aveva anche ricevuto alcuni messaggi dallo stesso Matvieiev che confermavano la cosa e, in modo provocatorio, lo deridevano, anche secondo quanto emerge da una prima analisi dei cellulari esaminati dagli inquirenti. E il marito tradito non ci ha mai più rivisto.

Ora, il trentottenne – che ha qualche fedina penale sporca e lavorava occasionalmente in un autolavaggio in città – è stato portato al carcere di Dozza, in stato di arresto come indiziato di delitto. Il provvedimento è stato firmato dal pm Michele Martorelli, che coordina nelle indagini la Squadra Mobile guidata dal dirigente Roberto Pititto. L’indagato è stato rintracciato dagli agenti della Mobile nella tarda serata di sabato, mentre si trovava sul posto sulla sua auto in zona Pilastro. Su di lui si sono subito concentrati i sospetti, non solo per via sua immagini registrate dalla videosorveglianza del condominio, che ha lasciato spazio a pochissimi dubbi, ma anche ai numerosi impronte digitali rinvenuto dalla polizia scientifica sul luogo del delitto a lui riconducibile. L’arma però non è stata ancora ritrovata.

Roman è stato trovato morente nel suo appartamento venerdì sera intorno alle 21:30. Era accasciato su una sedia, in una pozza di sangue. Era il compagno di stanza dell’uomoun connazionale di 52 anni che Matvieiev ospitava in cantina relativo al suo appartamento. I due erano stati visti insieme intorno alle 19.30, ma poi il cinquantaduenne era sceso al piano di sotto e aveva perso di vista l’amico per un paio d’ore. Fino all’orribile scoperta.

la vittima ha presentato a ferita profonda al cranioche in seguito si rivelò fatale, e un altro alla pancia: è stato operato d’urgenza all’ospedale Maggiore, durante il lungo intervento gli è stata asportata la milza, ma è stato tardi è morto sabato mattina tardi a causa della frattura irreparabile del cranio. Evidentemente il suo assassino era già andato a casa sua con intenzioni violentedato che brandiva la chiave inglese ed era rimasto nell’appartamento per un totale di due minuti.

Il fatto che proprio sulla porta blindata di casa sua Roman avesse attaccato un adesivo sul quale – sopra lo sfondo con i colori della bandiera ucraina e il disegno di una macchina fotografica – c’era una scritta che metteva in guardia contro “controllo video”, non aveva preoccupato l’indagato, né lo aveva fatto desistere. L’uomo ha messo in atto il suo furioso proposito e poi è scappato. Lasciandosi alle spalle Roman, ancora vivo, ma quasi senza vita, immerso nel suo stesso sangue.

L’assassino, interrogato a lungo dagli inquirenti, è adesso detenuto nel carcere di Dozzain attesa dell’udienza del convalida dell’arresto, che potrebbe svolgersi già domani. È assistito dall’avvocato Elena Dall’Aglio.

Matvieiev, sebbene conosciuto nella zona per un comportamento esagerato, non aveva precedenti di polizia; in Bolognina da circa quattro anni, aveva svolto il muratore, ma per quanto ne sappiamo era di recente disoccupato. Non correva buon sangue con i suoi vicini: più volte lo era stato lamentarsi delle urla e delle grida che uscivano dal suo appartamento a tutte le ore e che ospitava una persona nella cantina non adibita ad abitazione. Proprio per il primo motivo, venerdì nessuno si è sorpreso o preoccupato quando da casa sua sono arrivati ​​grida e lamenti. Nessuno ha chiesto aiuto finché non è intervenuto il suo amico.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “Napoli bloccato. D’Alessio ha pagato i permessi?» – .
NEXT Mager o Rolando sindaco? Il Consiglio Comunale in entrambi gli scenari – .