Ha negato le accuse, dicendo al giudice di essere stato vittima di una rapina in auto. È quanto emerge dal lungo interrogatorio di Antonio Mangiacapre, 53enne di San Cipriano d’Aversa arrestato per l’omicidio a Succivo di due fratelli di Cesa, Marco e Claudio Marrandino.
L’uomo avrebbe riferito che a sparare ai due fratelli era un soggetto sconosciuto che gli aveva rubato l’auto. Una versione che, secondo quanto emerge, sarebbe in contrasto con le indagini. Infatti, subito dopo la sparatoria, Antonio Mangiacapre è stato inseguito da un’autovettura dei Carabinieri che si trovava all’uscita di Succivo per controllare il territorio; l’uomo non si è fermato ed è stato raggiunto con notevole difficoltà dai Carabinieri, che lo hanno poi fermato e portato all’ospedale Pineta Grande di Castel Volturno, dove è stato sottoposto anche all’esame STUB per la ricerca di polvere da sparo.
La famiglia Marrandino è difesa dall’avvocato Luigi Poziello dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, che chiede la verità su quanto accaduto. Respinge qualsiasi ipotesi legata alla criminalità organizzata o all’esercizio della professione di avvocato da parte di Marco, non avendo trovato riscontro nei primi atti dell’inchiesta. “Marco era una persona eccezionale, uno stimato professionista della Corte di Aversa, apprezzato da tutti per la cortesia e il sorriso che aveva verso tutti. Sabato prossimo avrebbe compiuto 40 anni e avrebbe dovuto festeggiare l’evento con il fratello gemello, Michele; ci ritroveremo invece ad andare al funerale; Claudio è un ragazzo allegro, un lavoratore integro nonostante la giovane età, che lavora a migliaia di chilometri dalla sua città natale”. Marco lascia la moglie Rosa (ex avvocato, ora insegnante) e i 2 figli, Antonia, di 6 anni, e Francesco, di 4 anni; Claudio era fidanzato e viveva con Federica, una ragazza di Carinaro.
