il progetto Vajont sbarca all’Idromuseo Ridracoli – .

Nell’ambito del progetto “Vajont, come costruire una catastrofe” promosso dal Comune di Forlì e dall’Istituto Comprensivo numero 3 della città, i ragazzi delle 3° B e 3° C della scuola media Orceoli di Forlì hanno avuto l’opportunità, grazie a Tonino Bernabè e Massimo Casadei di Romagna Acque, per aver portato all’Idromuseo di Ridracoli i materiali di approfondimento e di studio elaborati durante l’anno scolastico appena concluso.

La diga di Ridracoli venne costruita proprio in memoria degli errori del Vajont, infatti, prima di iniziare i lavori, furono condotte numerose indagini geologiche che durarono dal 1972 al 1975. Era necessario verificare che il progetto fosse fattibile, che le caratteristiche strutturali e le caratteristiche meccaniche del terreno hanno consentito la realizzazione dell’opera. Sono stati effettuati rilievi e studi approfonditi fino ad arrivare ad effettuare veri e propri test di possibili dighe realizzate in laboratorio. Oggi la Diga di Ridracoli è un’eccellenza del Centro Italia con il suo bacino di 33 milioni di metri cubi che fornisce acqua potabile a tutta la Romagna, oltre ad essere diventata, in breve tempo, uno dei luoghi turistico-naturalistici più belli del l’Appennino tosco-romagnolo.

I bambini, accompagnati dagli insegnanti delle rispettive classi e da Marco Susanna, esperto esterno nominato dalla dirigente scolastica Barbara Casadei, hanno lavorato intensamente durante l’intero percorso didattico annuale, soffermandosi in particolare sulle cause del disastro del Vajont, sulla geologia del territorio, sulle responsabilità, sulle testimonianze dei sopravvissuti, sui soccorsi di numerosi forlivesi e sono riusciti addirittura a intitolare un parco alla maestra forlivese Tiziana Olivoni, vittima mai ritrovata, che era di turno alla scuola di Longarone durante la catastrofe del 1963. Il 22 maggio, in occasione del convegno finale alla Fabbrica delle Candele di Forlì, gli studenti hanno presentato i loro lavori, restituendo in teatro gremito di adulti tutti i lavori minuziosamente sviluppati per arrivare, tra manifesti e disegni, anche alla realizzazione di un modellino in mattoncini “Lego” che riguardava la valle del Vajont con i monti Salta e Toc, proprio nel momento in cui l’onda, provocata dalla frana, travolse la diga uccidendo 2000 persone. persone innocenti.

“Per l’esposizione di quest’opera al Museo Ridracoli è stata provvidenziale la donazione inaspettata di una costosa teca prodotta dalla ditta Sian di Forlì. Venuta a conoscenza della storia della scuola, si è subito impegnata verso quest’altro piccolo obiettivo, insomma, una storia nella storia – spiega Susanna -. Domani questi ragazzi avranno, attraverso qualsiasi professione, responsabilità verso gli altri e la vita degli altri, e proprio l’assunzione di questa responsabilità è stato uno degli obiettivi principali dell’intero progetto, esempio tangibile e concreto di come la scuola, andando oltre il libro di carta, può davvero trasmettere valori fondamentali per quell’educazione alla cittadinanza di cui tanto si è parlato negli ultimi anni, ma a volte con pochi esempi concreti, con il ritorno dell’educazione civica”. La mostra è visitabile all’interno del piano intermedio dell’Idromuseo fino al 10 settembre.

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