Ficarra e Picone al 60° Festival Internazionale del Cinema di Pesaro – .

È ai comici, attori e registi Ficarra e Picone, coppia comica da 30 anni, che il 60esimo Festival Internazionale del Film di Pesaro dedica uno degli Eventi Speciali sul Cinema italiano.

E a loro è dedicato un volume curato da Pedro Armocida, direttore del Festival di Pesaro, e Giulio Sangiorgio, direttore di FilmTv, a cui deve il titolo “Ridere sul serio. Il cinema e i film di Ficarra e Picone” (ed. Marsilio).
Li abbiamo incontrati per parlare della loro carriera e dei loro progetti futuri.
In questo momento stanno girando un nuovo film con Roberto Andò che dopo La stranezza (2022) li ha chiamati sul set di L’errorefilm storico scritto con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, ambientato in epoca risorgimentale.


Fu Marco Müller, all’epoca direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Roma, a volere il film di Salvo Ficarra e Valentino Picone Andiamo in quel paese (2014) per chiudere i 10 giorni del Festival a Roma. “Quel film aveva un contesto sociale – dicono – parlava di disoccupazione, per noi è stata una bellissima risposta”.

Partendo da qui, Ficarra e Picone hanno snocciolato ricordi e aneddoti della loro carriera con la loro commedia seria (come il titolo del volume a loro dedicato). Ridendo seriamente, dicono: “Abbiamo avuto la fortuna di poterlo fare di nuovo Le rane da Aristofane. Per noi è stato bellissimo, molto significativo proporre un testo di 2500 anni fa. L’unica preoccupazione di Aristofane era quella di far ridere, di accompagnarli attraverso la risata in un viaggio che poi sfociasse in un discorso di critica politica. Per noi è stata un’ulteriore lezione. Il comico offre una sua visione. Poi ci piace anche che il pubblico esca dalla sala interrogandosi o facendosi una domanda”.

E riguardo alla professione di attore e commediografo dicono: “I film commedia hanno caratteristiche un po’ stressanti. Non si sa mai cosa può succedere, cioè le aspettative non corrispondono necessariamente alla realtà. Forse non ti aspettavi che una battuta o una situazione ti facessero ridere. Nel nostro film L’Hank (2009, regia di Giambattista Avellino) c’è la mafia come elemento, ma non è il più importante. I titoli dei giornali del giorno dopo gridavano: Ficarra e Picone contro la mafia. Ecco, a volte certe reazioni non te le aspetti nemmeno”.

“Non siamo nati registi – continuano – facendo film abbiamo capito l’importanza della regia. Abbiamo diretto film e poi ci siamo rivolti nuovamente ad altri registi. Dipende dalle storie. Poi c’è sempre una discriminante quando si tratta di realizzare commedie e film comici. Una commedia, che usa gli attori per le battute, e suscita 3 risate nel pubblico, fa uscire dalla sala con l’affermazione “stiamo morendo dalle risate”. Fai un film commedia: il pubblico ride per 20 battute e poi se ne va esclamando “non si può ridere così tanto”. Nel realizzare commedie ci collochiamo nel divario tra commedia e film commedia. Quando abbiamo iniziato a fare film volevamo rispettare la nostra idea di cinema, ma allo stesso tempo non deludere il pubblico.
Ecco perché la scrittura di per sé non può bastare. Mentre giriamo capiamo quali cose scritte devono essere supportate”.

Alla domanda se avessero qualche aneddoto a riguardo, hanno risposto: “Mentre giravamo il film Ora legale (2017) a Termini Imerese arriva un politico. Mentre procede verso di noi, sentiamo sussurrare alle nostre orecchie l’elenco delle sue malefatte. Si presenta davanti a noi e proclama “grazie per quello che state facendo per questa Sicilia martoriata! Qui abbiamo inserito nella sceneggiatura l’espressione “Sicilia tormentata”. Abbiamo trovato una strana identificazione con la legalità, con l’etica di cui parliamo. Ricordiamo lo slogan “vota Patanè senza chiederti perché. Siamo tutti d’accordo.” Slogan sempre attuale anche se oggi Vannacci non fa rima con perché”.

 
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