“Le forze armate devono essere protette. E un politico dovrebbe congedarsi” – .

“Le forze armate devono essere protette. E un politico dovrebbe congedarsi” – .
“Le forze armate devono essere protette. E un politico dovrebbe congedarsi” – .

Il generale Vannacci, da buon incursore, sa che la miglior difesa è l’attacco, ma esagera nella risposta al mio invito pubblicato dal Giornale, di abbandonare la divisa ora che ha scelto la nuova battaglia al Parlamento Europeo con mezzo milione voti.

Non era una pallottola, ma un appello che avevo rivolto al generale già fin dalla prima intervista al Giornale, dopo l’uscita de Il Mondo inverso, di dare spazio alla sua voce, quando tutti facevano a gara per infilzarlo con una fucilazione politico-mediatica. E lo sdoganamento di Salvini non era ancora arrivato.

Un motivo in più per comprendere che l’appello ad appendere la divisa al chiodo non rientra in alcuna operazione Psyop o complotto, ma è solo un parere, un invito, da sottoporre all’interessato, ai lettori e all’opinione pubblica. Una domanda che non può rimanere “personale”, dopo il caso Vannacci e il suo ingresso in campo.

Onestamente, leggere nella risposta che l’avrei fatto per “compiacimento, posti in prima fila, reporting incorporato con la Task Force 45” non mi fa arrabbiare, ma mi fa sorridere. Tutti sanno che sono il giornalista meno compiacente e più fastidioso per il “sistema” Difesa perché voglio sempre andare in prima linea raccontando le nostre missioni senza pretese politicamente corrette. La leggenda narra che quando chiamo lo Stato Maggiore, paura e fastidio si mescolano alla domanda “e adesso cosa vuoi?”. Di solito i miei 40 anni di reportage di guerra sono sufficienti per ottenere un’udienza di difesa. E se non bastano faccio l’inferno, come è successo con l’ultimo reportage sulla Caio Duilio nel Mar Rosso, imbarco forzato dopo mesi di braccio di ferro.

Da Giuliano, me ne sono sempre fregato e non avrei mai accettato il “conformismo bigotto” o lisciare i capelli a qualcuno, e se mi avessero chiesto di lanciare il ricorso per il licenziamento, anche se fossi stato d’accordo, non avrei mai fatto quindi, molto meno in pubblico. . Al punto che ho chiesto dettagli su ferie e dimissioni a un alto ufficiale non più in servizio, che conosce bene Vannacci e concorda con lui di non rinunciare alla divisa.

Sono semplicemente convinto che le Forze Armate vadano sempre tutelate e preservate nella loro terzietà, mai trascinate nemmeno per errore o in maniera strumentale in zuffe partigiane. Per questo motivo il generale Vannacci, divenuto ormai legittimamente un politico in servizio effettivo permanente, dovrebbe congedarsi senza approfittare della sua aspettativa come ha fatto qualunque giornalista che lo ha denigrato.

Non è questione di diritti costituzionali o di calcolo economico (Vannacci è già milionario con la svendita del Mondo al contrario), ma di fare la cosa giusta e opportuna per le Forze Armate, a mio modesto parere. E magari evitare i dispetti e il piacere di togliersi i sassolini dalle scarpe nei confronti di chi vorrebbe vedere il generale trascinato in catene a Gaeta.

A maggior ragione, dopo la pubblicazione dell’invito ad appendere la divisa, sono arrivati ​​messaggi di condivisione da parte di alti ufficiali in servizio e fuori servizio – non certo sbandati o agguati – ma anche da militari di ogni ordine e grado nonché da cittadini comunali, che in diversi casi votò per Vannacci. E vorrebbero che avesse mano libera in politica, senza rischiare ricadute sulle Forze Armate, pur continuando a chiamarlo “generale” o “comandante”. Altri, ma onestamente una minoranza, non sono d’accordo e vogliono che rimanga con le stelle.

La decisione spetta al predatore del Mondo Inverso, che rimarrà sempre tale.

E proprio il 16 giugno, 106 anni dopo l’assalto degli arditi che sconfissero gli austriaci sul Col Moschin, durante la battaglia del Solstizio, dando il nome al glorioso 9° reggimento, da cui Vannacci proviene, avrei preferito che il generale rompere gli schemi “fregandosene” delle aspettative, solo recriminazioni, risentimenti. E ha annunciato la decisione di appendere la divisa al chiodo per le stesse Forze Armate, che ha servito con coraggio e onore.

 
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