«L’esperienza di volo e la fortuna mi hanno permesso di salvarmi» Gazzetta di Reggio – .

«L’esperienza di volo e la fortuna mi hanno permesso di salvarmi» Gazzetta di Reggio – .
«L’esperienza di volo e la fortuna mi hanno permesso di salvarmi» Gazzetta di Reggio – .

Reggio Emilia «Stavo volando l’aereo quando, all’improvviso, ho sentito che non avevo più potenza e in pochi secondi ho dovuto valutare dove atterrare. L’esperienza e la fortuna mi hanno salvato”. Hai passato la domenica a ispezionare l’aereo, a ispezionare la zona di atterraggio e il mezzo e a fare cose dopo l’emozionante atterraggio nei prati di Villa Curta sabato sera. Gianfranco Giglietti, 67 anni, di Cadelbosco Sopraattualmente in pensione ma continua a lavorare come consulente per l’azienda torinese per la quale lavorava in precedenza.

Giglietti aveva appena trasportato i paracadutisti e stava tornando a Campovolo, dove ha sede la scuola di paracadutismo Bfu. All’improvviso, ha sentito un calo di potenza che lo ha costretto ad atterrare, con il Cesna 2008, che stava guidando, nei campi alla sua sinistra, nei pressi dell’azienda agricola Villa Curta, in via Pinotto Pinotti. Per Giglietti, che ha iniziato nel 1978 come paracadutista, poi è diventato istruttore nel 1987 e ha conseguito il brevetto di pilota l’anno successivo, per poi intraprendere il percorso per diventare pilota di paracadutismo, la scelta fulminea di sabato, poco dopo le 20, è stata. è stato un concentrato di esperienza, bravura e fortuna.

Giglietti, cosa è successo sabato sera?

«Sono stato lanciato a 4.200 metri di quota, poi, scendendo, ho chiamato: “Entrata destra base 2,9”. Tradotto significa “da Villa Curta verso Reggio. Poi ho regolato l’assetto dell’aereo per l’atterraggio. Ho dato potenza ma non è stata data, la mia percezione era che anche andando avanti non sarei riuscito ad entrare in campo e in pochi secondi dovevo decidere cosa fare”.

A cosa stava pensando in quei pochi istanti?

«Non avendo potere, dovevo valutare dove far atterrare l’aereo: ho guardato e ho visto un campo a sinistra che ho considerato la soluzione utile, l’unica zona che potevo prendere in considerazione. Ho percorso tutto il campo in fase di atterraggio e ho concluso la corsa attraversando la strada alla fine, fino ad appoggiare la parte anteriore del velivolo all’interno del fosso”.

Cosa ha causato questo calo di potenza?

«Non sappiamo da cosa abbia avuto origine. Le fasi ispettive porteranno a comprenderne le cause”.

È stata aperta un’indagine?

«Lo ha aperto l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV): per ogni incidente aereo – in questo caso fortunatamente senza conseguenze per persone o cose – viene effettuata un’indagine per capirne le cause e divulgarle per evitare che accada ancora”.

Che caratteristiche ha l’aereo su cui stavi volando?

«La Cesna è una macchina recente, avrà una ventina d’anni il che per questo tipo di veicoli significa che è ancora idonea, sempre regolarmente revisionata tramite il controllo di ditte specializzate».

Ti è già capitata un’esperienza simile?

«Sì, mi era già successo, l’ultima volta si è rotta una turbina, ma ero in alta quota. Sabato non ho avuto tempo per pensare, in quei momenti devi concentrarti sulle azioni principali. Non c’era tempo. Sicuramente c’è esperienza, ma sono stato anche fortunato. Mi sono salvato la vita e sono riuscito ad atterrare in emergenza senza danni e con solo lievi danni all’aereo, alla turbina e all’elica, a causa dell’impatto nel fosso”.

Quanti hanno volato sabato?

«Sedici decolli senza anomalie, l’atterraggio d’emergenza è avvenuto dopo l’ultimo decollo. Sono salito da Reggio a 4.200 metri, una volta scesi i paracadutisti ho chiesto l’autorizzazione a scendere e nella parte finale ho visto il calo di potenza».l © TUTTI I DIRITTI RISERVATI

 
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