ecco gli abitanti della frana, il sindaco li incontra ma a porte chiuse, scatta il furioso Giordano. Nel frattempo la riunione viene annullata – .

“Ho tutto il diritto di entrare, sono un consigliere comunale, un rappresentante dei cittadini. Cittadini che mi hanno contattato da Civiglio per chiedere aiuto”.

La sagoma di spalle affiancata ai lati da due agenti della Polizia locale di Como che potete osservare nella foto è quella del capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Como, ex candidato sindaco del centrodestra, Giordano Molteni. Molteni guadagnerà poi qualche metro della Sala degli Stemmi ma senza vittoria il sindaco gli chiederà di allontanarsi. E lo stesso farà il consigliere.

Perché Molteni è furioso (e con lui i consiglieri comunali di tutte le opposizioni)? Facciamo qualche passo indietro, come Molteni.

Come annunciato, gli abitanti di Civiglio si sono presentati questa sera al Palazzo, in occasione della convocazione dell’assemblea comunale. Il quartiere cittadino, è noto, è stato colpito da una frana, la quarta negli ultimi 25 anni, che ha chiuso la strada principale di accesso, interrompendo di fatto il contatto diretto con la città. Oggi è possibile raggiungere Como solo da Ponzate, superando la famigerata strettoia e raddoppiando il percorso normalmente utilizzato, oppure con strade secondarie e non particolarmente agevoli che portano più in alto, cioè a Brunate. Un disastro, insomma.

Sono passati 32 giorni dalla frana (ne abbiamo parlato qui) e i residenti indignati per la, dicono, “totale assenza di risposte” alle 19 di oggi si sono radunati prima nel cortile vecchio e poi nella sala consiliare. Erano presenti più di trenta.

“Vivo a Civiglio da 30 anni – ci ha raccontato Antonio Sartorello, portavoce del gruppo – Ho visto la valanga del ’99, quella del 2001, quella del 2014 e poi questa. Più o meno tutti nella stessa zona”. Cosa vi ha detto fino ad oggi il Comune? «Niente, non risponde, abbiamo mandato una mail certificata con oltre 240 firme, abbiamo chiesto di incontrare il sindaco e i tecnici per capire lo stato delle cose, cosa fare e cosa si farà. Auspichiamo almeno una riapertura alternata prima e durante i lavori di restauro. Servono più collegamenti, i mezzi pubblici non bastano. Ma niente, nessuna comunicazione, nessuno che ci abbia detto nulla”.

Con Sartorello un volto noto del quartiere, il parroco Don Alberto Fasola: “Quando ci sono disastri altrove – dice il sacerdote – i telegiornali mostrano le immagini dei sindaci presenti sul posto. Dico di presentarsi e di mandare un consigliere. Nessuno si aspetta soluzioni domani ma voi ci dite quanto ci vuole e noi mettiamo il cuore in pace. Sai? Lavoro anche al Cardinal Ferrari, prendo lo scooter per andarci. Se prima erano otto i chilometri tra salita e discesa, ora sono 16”. E poi tanti anziani hanno paura dei percorsi alternativi e non prendono l’auto”. Anche la massa è influenzata? “Eh, beh, metà del paese è tagliato fuori. Se devono estendersi fino a Brunate allora si fermano lì per la messa”.

Mentre parliamo, sembra che il Consiglio stia iniziando. Ma c’è un problema con l’audiovisivo e intanto il consigliere dem Stefano Legnani sottolinea al presidente Fulvio Anzaldo, un vizio procedurale. Una pecca, infatti, tanto da invalidare la sessione.

Alla mail certificata inviata ai consiglieri per convocarli in aula non era allegata la convocazione formale. Non è successo niente, l’incontro è stato annullato. Così dall’opposizione il leader del gruppo Pd Patrizia Lissi sottolinea che a questo punto l’occasione è perfetta per ascoltare i civigliesi. Quale il sindaco Alessandro Rapinese decide di farlo invitando il gruppo in Sala Stemmi ma è chiaro: “Niente consiglieri e niente giornalisti”. Ora, per quanto riguarda i giornalisti, anche se è oggettivamente un’anomalia, almeno nella nostra memoria soprattutto visto il contesto pubblico, possiamo ignorarla per il bene di raccontare gli eventi di stasera. Ma la cacciata dei consiglieri comunali è stata almeno una distorsione istituzionale.

Allora con assoluta gentilezza e altrettanto doverosa fermezza la polizia locale impedisce l’ingresso, un funzionario del Corpo però vuole essere totalmente sicuro dell’indicazione e verifica direttamente con il sindaco: niente, non si può entrare e le porte restano chiuse. Torniamo così all’inizio della storia: la rabbia dell’assessore Molteni che resterà fino alla fine, con l’assessore Elena Negretti (Lega) e il consigliere comunale Lorenzo Cantaluppi (FdI) di attendere l’esito del vertice. “Sono stato sindaco e amministratore di un piccolo comune (Lipomo, Ed) e non ho mai permesso né visto una cosa del genere”, aggiungerà tonante Molteni.

Gli altri consiglieri di minoranza non hanno nascosto la loro indignazione parlando anche di denunciare al prefetto.

Poi arriveranno anche le note ufficiali. Li trovate in fondo all’articolo.

Ma come è andato l’incontro blindato? Lo abbiamo chiesto al portavoce Sartorello. Soddisfatto? Sembra un “no”. Ecco:

E subito dopo abbiamo incontrato il sindaco (video sotto): “Non abbiamo perso un centesimo di secondo. Abbiamo avuto due segnalazioni geologiche in un mese – ha sottolineato – il che significa che non abbiamo perso tempo. Ad oggi non possiamo lamentare nulla nei confronti del privato (proprietario del terreno interessato dalla frana, Ed) che hanno collaborato con l’amministrazione nel modo più efficace. Non stiamo dormendo, stiamo seguendo la questione da vicino”.

Oggi non è possibile avere un’idea sui tempi del ripristino, ci vorrà molto tempo, questo è certo: “Serve una pianificazione, serve una soluzione – precisa il sindaco – poi servirà un piano tecnico e finanziario, dobbiamo bisognerà arrivare alle quote di finanziamento e gestire con il settore privato il fatto che oggi deve fare tutto lui, questa è la norma. La legge è chiara, se il Comune spende soldi quando non deve si chiama danno fiscale. Non posso usare i soldi dei cittadini per pagare qualcosa che deve pagare un privato”.

Ma per dirla semplicemente, chiediamoci, non prima? Autunno, settembre? “La verità – spiega Rapinese – è che dipende da cosa usano, mi dicono che ci sono diversi tipi di intervento”.

Tempo anche di parlare della mancata PEC che ha fatto crollare il Consiglio: «È la prima volta in 18/20 anni di Consiglio che fallisce per un errore dei messaggeri, succede. Dall’ufficio del legale è uscito corretto. Le persone fisiche, e capita a tutti, che avrebbero dovuto notificare hanno dimenticato il pignoramento. Devo dire che la minoranza avrebbe potuto dircelo, visto che se ne è accorta”. Ebbene, anche la maggioranza: “Sì, anche la maggioranza ma stasera lo hanno fatto notare”.

Infine la questione delle “porte chiuse”. Sull’argomento anche i giornalistiche importa’Diciamo per farla breve, ma perché l’esclusione dei consiglieri comunali? L’incontro è stato pubblico in un luogo pubblico e loro sono rappresentanti dei cittadini: «Non ho fatto entrare nemmeno i consiglieri di maggioranza, né alcun politico. Ho detto: hai una lettera per il sindaco? Il sindaco risponde. Il mio intento era parlare ai cittadini. Sto parlando con lei adesso, i consiglieri possono incontrarmi quando vogliono. Sono qui domani mattina, sono qui tutto il giorno, non mi tirerò indietro”.

ECCO L’INTERVISTA COMPLETA AL SINDACO

LE OPPOSIZIONI

Al termine della serata è arrivata una dura nota congiunta del Pd e di Svolta Civica:

Una figuraccia per l’amministrazione Rapinese. Questa sera il consiglio comunale è stato annullato per un errore nella sua convocazione. Evidentemente, non avendo convocato il Consiglio da molte settimane, non sa nemmeno più come farlo.
Il sindaco ha poi tenuto un incontro a porte chiuse con i cittadini di Civiglio nella casa municipale ed ha escluso brutalmente consiglieri comunali e giornalisti, dimenticando che il Comune è la casa di tutti. Finge quindi di non sapere che il Comune è il luogo della partecipazione e della trasparenza e dimostra di non sapere cosa sia la democrazia.

E poi di Giordano Molteni:

Trovo molto grave che il sindaco non abbia coinvolto il parlamento cittadino nell’incontro con il comitato degli abitanti della frazione di Civiglio. Poiché il consiglio è saltato per un errore procedurale, era impossibile non ascoltare le persone preoccupate per l’esito della frana. Rapinese ha preferito conferire con i cittadini a porte chiuse, non consentendo la partecipazione dei consiglieri comunali. Si tratta infatti di un grave errore procedurale nonché di una mancanza di correttezza.

Mi sono comunque presentato nella sala Stemmi per incontrare i cittadini insieme al sindaco e il sindaco mi ha chiesto di uscire. Oltre al danno, la beffa. È assurdo, infatti, che in un incontro con i cittadini il sindaco si rivolga ai consiglieri comunali definendoli ‘politici’ e invitandoli quindi a non partecipare. Un fatto gravissimo che spiega lo stato in cui ci troviamo meglio di tante parole. Ho ribadito con forza questo concetto ai colleghi consiglieri rimasti in sala, invitandoli a prendere atto di una situazione non più tollerabile.

 
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