le critiche di M5s, Pd e Fnsi dopo le rivelazioni di Politico – .

le critiche di M5s, Pd e Fnsi dopo le rivelazioni di Politico – .
le critiche di M5s, Pd e Fnsi dopo le rivelazioni di Politico – .

“Il presidente della Commissione Ue è pronto permuta uno di valori fondamentali dell’Unione Europea – il libertà di stampa, pilastro dello Stato di diritto – con la permanenza al potere? Se fosse vero lo sarebbe molto serio“. Movimento 5 Stelle, PD E Federazione nazionale della stampa commentano con pesanti critiche quanto rivelato da Politico.eu: Ursula von der Leyen avrebbe deciso di farlo bloccare il rapporto dell’UE sullo stato di dirittoPerché Critica l’Italia per il peggioramento delle condizioni in cui si trovano a gestire i media dopo l’avvento di Governo Meloni. Il presidente della Commissione Europea, in cerca di un secondo mandato, secondo diversi funzionari europei, avrebbe intrapreso questa strada proprio per non alienare il sostegno del leader di Fratelli d’Italia. Il portavoce dell’esecutivo Ue, Eric Mamer, respinge le accuse ma non le nega. E il controversia in Italia cresce.

“Secondo Politica è diventato lo stato della libertà di stampa in Italia oggetto di scambio per il sostegno alla prossima Commissione UE. Mi auguro che arrivi una smentita urgente e credibile. E questo è tutto il nuovo Parlamento europeo stare attenti a questo rischio“, scrive il presidente della Fnsi su Vittorio Di Trapani. Le organizzazioni aderenti al Risposta rapida alla libertà dei media che, lo scorso maggio, erano in Italia per lanciare l’allarme sullo stato della libertà di informazione in Italia: da Renate Schröder dal Federazione europea dei giornalisti AOsservatorio Transeuropa Balcani Caucaso.

E in Italia protesta anche il fronte dell’opposizione. “La mera ipotesi di a coprire del rapporto europeo critico nei confronti di Giorgia Meloni sul fronte della libertà di stampa sarebbe di per sé molto grave e intollerabile“, dice il presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridasenatrice del Movimento 5 Stelle: “Ancora di più – aggiunge – se tutto accadesse davvero ad uso e consumo di un supporto italiano alla rielezione di Ursula Von Der Leyen”. “Se fosse vero sarebbe gravissimo”, aggiungono i capigruppo del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Politiche Ue di Camera e Senato: la deputata Elisa Scutellà e il senatore Pietro Lorefice. “Aver coperto o rinviato la condanna dell’Italia per il peggioramento della libertà di stampa sotto il governo Meloni in cambio dei suoi voti per la rielezione alla presidenza – continuano – rappresenta una scandalo politico di proporzioni come porre fine alla carriera politica della signora Von der Leyen“.

Sulla stessa linea il neoeletto eurodeputato del Partito Democratico, Dario Nardellache pubblica l’articolo su X Politica: “Se fosse vero lo sarebbe davvero gravità senza precedenti. Cominciamo bene…”, scrive il sindaco di Firenze. Questo “blocco a orologeria” è “una pessima notizia”, sottolinea l’altro nuovo parlamentare europeo del Pd, Marco Tarquinio. “Se il blocco venisse confermato – prosegue – ci sarebbe la dimostrazione, dopo il caso dei fondi concessi all’Ungheria di Orbán nonostante evidenti violazioni delle norme dello Stato di diritto, di un propensione al rischio dell’attuale Presidente della Commissione a chiudere un occhio, e anche entrambi, sulla base calcoli politici anche su temi che riguardano i pilastri dell’Unione”. Per l’ex direttore dell’Futuro “C’è da sperare che la notizia, rivelata dalle indiscrezioni, venga smentita dai fatti e che il Rapporto venga definitivamente approvato e pubblicato nella data inizialmente prevista: 3 luglio 2024”, aggiunge Tarquinio. “Purtroppo – sottolinea – il chiarimento ricevuto dalla Commissione secondo cui tale data sarebbe solo ‘indicativa’ sembra confermarlo la linea del blocco meccanico fino a dopo l’estate. Un’affermazione che è anche ‘indicativa’, appunto. Speriamo di no.”

IL portavoce dell’esecutivo Ue cerca di disinnescare le polemiche ma non smentisce le ricostruzioni. L’agenda della Commissione Europea è “indicativo” e il rapporto sullo Stato di diritto “è stato tradizionalmente pubblicato nel mese di luglio in diversi periodi del mese, anche una volta a settembre. Non commentiamo il lavoro in corso, commenteremo i risultati una volta che il dossier sarà pronto”, ha detto Eric Mamer, in risposta alle indiscrezioni pubblicate da Politico.eu. “Vogliamo che la qualità del rapporto sia impeccabile”, ha sottolineato, precisando che il documento sarà quindi presentato “quando il collegio dei commissari Ue potrà adottarlo”. Interrogato sulla possibile preoccupazione dell’Ue per lo stato della libertà di stampa in Italia, il portavoce ha sottolineato che non spetta a lui pronunciarsi, ribadendo che “il rapporto sullo Stato di dirittoanalizza diverse dimensioni” e fa riferimento alla relazione dell’anno scorso. “Il nostro rapporto si basa sui fatti e questo è ciò che conta”, ha aggiunto.

 
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