la “falsa” veggente Paola Catanzaro condannata a sette anni per truffa – .

la “falsa” veggente Paola Catanzaro condannata a sette anni per truffa – .
la “falsa” veggente Paola Catanzaro condannata a sette anni per truffa – .

Affermò di aver visto la Madonna per la prima volta a 17 anni e di aver continuato a ricevere apparizioni nel tempo. Apparizioni spesso accompagnate da messaggi e, in molti casi, anche da straordinari poteri curativi. Ma non fu solo la Madonna apparsa a Paolo Catanzaro (oggi Paola, dopo il cambio di sesso, detta anche la la showgirl Sveva Cardinale), che aveva anche visioni del diavolo.

Dalle apparizioni mistiche ai cambiamenti di sesso

Nel corso degli anni, il “mistico” di Brindisi aveva convinto centinaia di “fedeli” in tutta Italia a seguirlo, a farsi curare ma, soprattutto, a farsi consegnare somme di denaro: avrebbe chiesto a diversi fedeli circa 4mila euro per fanno installare nelle loro città delle grandi croci (circa 4 metri per 4) per evitare cataclismi e scongiurare il pericolo che il diavolo prenda il sopravvento. Poi, nel 2014, ha deciso di cambiare sesso – facendosi conoscere con lo pseudonimo di Sveva Cardinale – e alla vita, dedicandosi al mondo dello spettacolo, conducendo programmi televisivi, scrivendo libri e producendo film.

Carriera criminale e condanne

Per le truffe la Catanzaro fu arrestata nel 2018 e le furono sequestrati beni (case, automobili, conti bancari e polizze assicurative) per un valore di quattro milioni di euro. Dopo la condanna in primo grado nel 2021, la Corte d’Appello di Lecce ha aumentato la pena detentiva a sette anni (dai sei anni e sei mesi inflitti dal tribunale di Brindisi) la sentenza di condanna di Paola Catanzaro, riconosciuta colpevole del reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata. I giudici (il presidente Domenico Toni) hanno comunque la pena del marito è stata ridotta da cinque a quattro anni e otto mesi di Catanzaro, Francesco Rizzo, e un anno e dieci mesi per i complici Giuseppa Catanzaro (sorella di Paola, condannata a tre anni di pena), Giuseppe Conte, Anna e Stefania Casciaro. Anna Picoco è stata invece condannata a un anno e due mesi. I giudici hanno dichiarato estinte per prescrizione le truffe commesse prima del dicembre 2015.
Gli imputati sono stati condannati anche a risarcire (nel procedimento civile) le tre parti civili costituitesi, assistite dagli avvocati Antonio Falagario e Gianluca Zilli e Valerio De Cataldis.

 
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