Li trovate in molte città italiane, ma quelli di Bologna e Torino sono i più lunghi che abbiate mai visto – .

Li trovate in molte città italiane, ma quelli di Bologna e Torino sono i più lunghi che abbiate mai visto – .
Li trovate in molte città italiane, ma quelli di Bologna e Torino sono i più lunghi che abbiate mai visto – .

Solo Bologna e Torino possono vantarsi bene 80 km di portici che transitano nei loro centri storici: tuttavia, non sono le uniche città italiane poter vantare la presenza di lunghe passeggiate coperte, perfette per trascorrere un po’ di tempo libero, al riparo dalle intemperie o dal cocente sole estivo. La storia di questo particolare elemento architettonico, che forse sarebbe più corretto definire un complesso di elementi, affonda le sue radici tra l’alto e il basso medioevo, probabilmente con uno scopo diverso da quello odierno, come vedremo tra poco; in ogni caso, oggi rappresentano uno degli elementi più caratterizzanti di tante città del nostro Bel Paese, sparse in lungo e in largo per il Paese. Ma basta chiacchiere e andiamo a fare una rilassante passeggiata sotto i portici del nostro locale.

I portici di Bologna: patrimonio UNESCO

Nel complesso, compresi quelli fuori dalla porta, misurano 62 kmdi cui 40 all’interno del centro storico: questi i numeri Portici bolognesiun vero orgoglio nazionale e, dal 2021, anche patrimonio DELL’UNESCO. La loro nascita è legata ad un’iniziale esigenza di aumentare la volumetria delle abitazioni dal primo piano in su, invadendo parte del suolo pubblico con le strutture di sostegno dei livelli rialzati. Là la prima testimonianza certa e documentata risale al 1041; da allora, in una continua evoluzione e progresso, Bologna si è letteralmente riempita di portici, finché, data l’enorme praticità di questo tipo di coperture, i bolognesi iniziarono a costruirli appositamente. A partire dal 1288, infatti, uno specifico regolamento comunale imponeva a tutti coloro che costruivano una casa di realizzarlo con portico al piano terra.

Inutile dire che, grazie a questo lungimirante provvedimento, la diffusione fu immensa e ancora oggi possiamo godere dell’enorme diffusione prudenza dei legislatori medievali. E meno male che qualcuno li chiama “i secoli bui”!

18 chilometri di bellezza: i portici di Torino

portici di torino

Nonostante si estendano per “soli” 18 km, i portici di Torino costituiscono una vera e propria peculiarità architettonica e urbanistica. Se, infatti, l’estensione è maggiore a Bologna, è però dovuta alla somma di più aree coperte, spesso sconnesse tra loro. Nel capoluogo sabaudo, invece, su un totale di 18 km, ben 12 sono completamente collegatipermettendoti di fare passeggiate molto lunghe senza doverti mai esporre a diverse condizioni atmosferiche. Il merito di tutto questo va ai Savoiadinastia che regnò per diversi secoli sul Piemonte e, come tutti sappiamo, successivamente anche sull’Italia unita.

La loro abitudine, a partire dal XVII secolo, era infatti quella di fare lunghe passeggiate per le strade delle loro città; per facilitare questa sana pratica e poterla svolgere comodamente anche nelle giornate più uggiose (o soleggiate), diedero ordine ai vari architetti reali che si susseguirono nel tempo di realizzare una serie di portici, con l’ordine preciso che dovrebbero essere tutti collegati tra loro. Sebbene tutto sia nato da un nobile capriccio, di questa comodità hanno beneficiato (e beneficiano tuttora) tutti coloro che si trovano a passare per il centro storico di Torino, un vero emblema di eleganza architettonica grazie anche ai pregevoli portici che, pur realizzati in epoche diverse e in stili diversi, si fondono armoniosamente in un unico pregevole spettacolo.

Tanti esempi meno conosciuti: l’Italia è un Paese sotto i portici

portici di bolzano

Torino e Bologna rappresentano sicuramente l’esempio più famoso di questo tipo di architettura, ma non sono le uniche città italiane a poter godere di questa comodità. A Cagliari infatti si trovano i portici di via Roma, ben visibili anche dal mare, e la passeggiata coperta dell’ Bastione San Remy, ora un’aula chiusa ma nata come portico per consentire ai nobili di passeggiare al chiuso. Anche Padova Vanta diversi km di passeggiate coperte da portici, caratterizzate da una grande varietà di stili diversi, sintomo inconfondibile di diverse epoche di costruzione.

E infine, ma solo per mancanza di spazio Bolzano presenta numerosi portici, risalenti al XII secolo; tuttavia, la loro origine non è, in questo caso, da attribuire alla necessità di rinfrescare i cammini della nobiltà ma, in perfetto stile teutonico, per la comodità per i commercianti di poter esporre la propria merce fuori dai negozi ma comunque al chiuso. Non abbiamo quindi torto nel dire: paese che vai, portico che trovi.

 
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