«Dott. Rigoli seguì e pedinò per sei mesi senza prove» – .

“Medico Roberto Rigoli è stato pedinatoascoltato e geolocalizzato per mesi quando non era sotto inchiestae quelle indagini su di lui e sui presunti accordi con la società Abbott non hanno portato a nulla.” L’avvocato Giuseppe Pavan, che assiste il medico già coordinatore della microbiologia del Veneto nel processo contro di lui a Padova, ieri ha sferrato i suoi colpi alla Procura nel corso del processo sulla gestione dei tamponi rapidi nella seconda ondata di pandemia del 2020. Al banco dei testimoni Testimoni il capo dei finanzieri a cui il pubblico ministero Beato Roberti aveva delegato le indagini a seguito di una denuncia del professore (oggi senatore del Pd) Andrea Crisanti. Insieme a Rigoli c’è anche Patrizia Simionato, ex direttore generale di Azienda Zero (difeso dall’avvocato Alessandro Moscatelli). I due professionisti (che non si sono mai presentati in tribunale) sono indagati per falsificazione ideologica, frode procedurale e turbativa d’asta. Secondo l’accusa avrebbero ha adottato i tamponi Abbott appena immesso sul mercato per fronteggiare la pandemia, in ripresa a settembre 2020, senza effettuare adeguate verifiche scientifiche sul loro funzionamentoe poi fingendo di averli fatti per far procedere il più rapidamente possibile la procedura. Inizialmente, però, le ipotesi della Procura erano diverse, ovvero che ci fosse un accordo illecito tra Rigoli e Abbott, circostanza che non è emersa dalle indagini.

Indagine e tempi

Ieri durante il processo si è presentato l’avvocato Pavan ha chiesto al finanziatore di giustificare una serie di date: La denuncia di Crisanti arriva sulla scrivania della Procura a dicembre 2020, e poco dopo iniziano le indagini. Quelle finanziarie stanno indagando su Rigoli (ex socio e amico di colui che fino al 2018 aveva ricoperto il ruolo di amministratore delegato della Alere srl che poi sarebbe diventata Abbott) da marzo 2021. Gli mettono un GPS in macchina per capirne gli spostamenti, intercettano lui e il suo amico ed ex socio, Eddo Vanin, con cui Rigoli nel 1988 aveva una società, la Biomedical Services rimasta poi al socio, dove erano conservati i vaccini. Nelle intercettazioni compare anche il nuovo CEO di Abbott. Sono indagini preliminari che non dimostrino nulla di illecitoma che hanno portato gli investigatori ad avere un una serie di elementi tali da far ipotizzare altri reati, ovvero quelli di falso, frode e turbativa d’asta registrazione di cui si parla oggi. L’iscrizione di Rigoli nel registro degli indagati arriva a settembre 2021.

Il sospetto

Per oltre sei mesi la vita di Rigoli, è la tesi di Pavan, si sarebbe detto sotto setaccio senza prove. Per la difesa, quella concentrazione di forze fatta di pedinamenti, inseguimenti, appostamenti e intercettazioni avrebbe consentito di acquisire informazioni senza le garanzie legali richieste per proteggere l’indagato. Ecco perché l’avvocato Pavan ne temeva una ieri possibile richiesta di inammissibilità di gran parte delle prove raccolte nei primi mesi del 2021. Sul fronte SimionatoL’avvocato Moscatelli ha invece incalzato il finanziere sulla questione, centrale per la difesa, della Validazione clinica dei tamponirispetto al quale «Rigoli e Simionato non avevano alcun obbligo». Il caso tornerà in aula davanti al giudice il 20 settembre. Nel frattempo è stata fissata anche la deposizione di Andrea Crisanti, che comparirà in aula come testimone il 24 ottobre.

 
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