Sicurezza sul lavoro, Cgil-Cils e Uil consegnano 60 attestati di presenza ai sindacalisti – .

Sicurezza sul lavoro, Cgil-Cils e Uil consegnano 60 attestati di presenza ai sindacalisti – .
Sicurezza sul lavoro, Cgil-Cils e Uil consegnano 60 attestati di presenza ai sindacalisti – .

Si è tenuto oggi, 28 giugno, presso la sala “Alba e Luigi Tono” della Casa di Riposo Opera Immacolata Concezione Onlus (OIC) di Padova, l’incontro conclusivo del corso di formazione per sindacalisti e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS). L’incontro si è concentrato sulla spiegazione delle funzioni, degli strumenti e delle attività del responsabile della sicurezza, quella figura specifica all’interno del luogo di lavoro che nella sua quotidianità deve verificare che, dal punto di vista della sicurezza, tutto sia in regola a partire dalla correttezza delle azioni dei colleghi nello svolgimento e nell’espletamento delle proprie mansioni. Un incontro – a cui hanno partecipato circa 60 studenti che al termine hanno ricevuto un attestato di partecipazione – introdotto dai saluti del padrone di casa, ovvero il Direttore Generale dell’OIC, Fabio Toso che ha illustrato le buone pratiche in tema di sicurezza sviluppate nelle case di riposo della Fondazione e dal vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, intervenuto per portare il saluto dell’Amministrazione Comunale. Sono poi intervenuti – moderati da Giovanni Simioni, responsabile del progetto formativo – il neo direttore dello Spisal dell’Ulss 6 Euganea, Stefano Ferrarese, che ha sottolineato l’importanza di sviluppare nelle aziende un clima di concertazione e non di contrapposizione per risolvere i problemi, e i rappresentanti di Cgil Cisl e Uil, nell’ordine il Segretario confederale della Cgil di Padova, Marco Galtarossa, la Segretaria confederale della Cisl di Padova e Rovigo, Francesca Pizzo e il Coordinatore della Uil di Padova, Massimo Zanetti.

Il progetto didattico formativo sulla sicurezza (denominato “Il Preposto 2.0”) nasce nel 2018, dopo l’incidente alle Acciaierie Venete, ed è finanziato dall’Ulss 6 Euganea attraverso i proventi delle multe comminate agli imprenditori che non hanno rispettato le norme di sicurezza. Nel corso della mattinata, alcuni partecipanti al corso hanno anche raccontato la loro esperienza e come quanto appreso abbia avuto un impatto concreto sulla sicurezza nei loro ambienti di lavoro. La consegna degli attestati è diventata quindi l’occasione per riflettere ad alta voce su quanto sia importante questo tema, quanto incida sulla vita delle persone e delle famiglie e, soprattutto, quanto ancora ci sia da fare, non solo per sconfiggere il problema, ma anche solo per iniziare ad aggredirlo. Ed è quello che hanno sottolineato nei loro interventi i rappresentanti di Cgil Cisl e Uil, che nella loro relazione, non a caso, sono partiti tutti dai numeri, perché sono molto più efficaci delle parole nel descrivere la dimensione del problema.

“Da uno studio condotto dalla Cisl Veneto negli ultimi 10 anni – ha detto Francesca Pizzo della Cisl di Padova e Rovigo – emerge chiaramente che nel corso di tutto questo tempo i numeri di morti e feriti nella nostra Regione sono rimasti sostanzialmente invariati: nel 2013 erano 123, nel 2022 129 e nel 2023 101. Sono numeri incalzanti e qualsiasi azione che provi a smuoverli non può che essere benvenuta. Il punto è che in alcune situazioni, penso ad esempio nell’artigianato, mancano le basi minime in tema di sicurezza: i corsi di formazione non vengono svolti anche se ai lavoratori, spesso stranieri inconsapevoli, viene chiesto di firmare il foglio che attesta di averli frequentati. E anche nel mondo degli appalti ci sono tante zone grigie in cui la sicurezza viene aggirata e i risultati si vedono”.

“Tutelare le persone nei luoghi di lavoro – ha sottolineato Marco Galtarossa della Cgil di Padova – dovrebbe essere una priorità non solo per le aziende ma anche per la politica. Invece succede che il tema della sicurezza diventa importante quando avviene un incidente importante, dove spesso sono coinvolti precari e lavoratori interinali, se ne parla per due, tre giorni, il Governo promette soluzioni strepitose ma poi tutto torna come prima. E i numeri dicono che non cambia nulla. A partire da quelli dell’Inail che anche in Veneto ci dicono che nel 2023 gli infortuni sono aumentati del 2,8% così come le denunce di infortunio e le richieste di riconoscimento delle malattie professionali. E sono dati Inail che non tengono conto di chi lavora in nero, delle partite Iva, dei pensionati e dei lavoratori delle forze armate. Di fronte a tutto questo la politica è esasperatamente lenta e si guarda bene dal prendere decisioni drastiche che invertano la tendenza”.

“Se è vero – ha concluso Massimo Zanetti della Uil Padova – che ogni problema ha una soluzione allora anche questo deve averne una. E la soluzione deve trovarla la politica. E bastano i numeri per dirceli. Per esempio, nella provincia di Padova ci sono 106.804 aziende. L’Ispettorato del lavoro di Padova è composto da 33 ispettori, il che significa che un’azienda può avere un controllo ogni 17 anni. A livello nazionale il rapporto sale a un controllo ogni 24 anni. In Germania, tanto per citare un Paese non tanto dissimile dal nostro sia per popolazione che per attività manifatturiera, ci sono 4 volte di più gli ispettori del lavoro. E non parliamo degli ispettori dello Spisal, il cui confronto è ancora più imbarazzante. E anche la legislazione è decisamente più severa, qui le sanzioni sono una carezza. Ecco perché come sindacati chiediamo pene più severe e sanzioni più severe, vogliamo che venga introdotto il reato di omicidio sul lavoro e che venga istituita una Procura speciale dedicata esclusivamente alle morti sul lavoro. Sono più di 1000 all’anno, 3 al giorno, non possiamo continuare così.”

 
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