Noleggi brevi, stop come a Barcellona? Come si divide – .

Barcellona ha scelto la linea dura: impedirà l’affitto breve di appartamenti ai turisti entro la fine del 2028. Ad oggi sono 10mila le licenze per B&B e affini nella città catalana, prima destinazione spagnola con quasi 15 milioni di stranieri turisti nel 2022 +155,8% rispetto al 2021 e in aumento il 2023. Completamente diverse le dimensioni di Como: gli appartamenti destinati agli affitti brevi sono, nell’intera provincia, poco più di 600 (dati 2023) e a Como nel 2023 l’incremento dei flussi turistici ha superato i 220.000 visitatori: da circa 1,5 milioni si è passati a 1,7 milioni, +15,7%, secondo il recente Rapporto sull’economia lariana diffuso dalla Camera di Commercio di Como e Lecco.

«Se Barcellona è arrivata fin qui è perché ha capito che il sistema sociale si autodistrugge. La proliferazione di tante case vacanze significa non avere più appartamenti disponibili per chi lavora, per chi studia, per chi vive la città tutti i giorni. Così poco alla volta, ed è quello che sta succedendo anche qui, le città, i centri storici, i borghi si stanno svuotando perché i prezzi sono alle stelle – commenta Luca Leoni per Federalberghi – La scelta di Barcellona è un segnale preoccupante anche per noi ed è necessario intervenire, se non è già troppo tardi. Bisogna anche considerare che gli alberghi sul lago esistono da sempre e danno lavoro a molti dipendenti ma hanno regole e regolamenti che, a oggi, le case vacanze non sono tenute a rispettare, su questo Federalberghi ha chiesto normative più restrittive».

Sono oltre 200 gli alberghi in provincia di Como e mantengono questa quota con poche variazioni rispetto al 2015, ma sono molto aumentati in termini di capienza e qualità dell’offerta. Allo stesso tempo, le case private disponibili per affitti brevi sono quasi triplicate rispetto al 2015, quando erano 212.

Da notare che non ci sono più turisti perché sono aumentati gli affitti brevi ma è il contrario: in risposta alla maggiore domanda per la destinazione Lago di Como, anche i privati ​​hanno messo a disposizione parte del patrimonio immobiliare della città. «Senza una varietà di offerta di ospitalità che riesca a soddisfare anche alcune tipologie di clientela come, ad esempio, le famiglie con bambini, molto probabilmente non avremmo quella parte di viaggiatori che cercano una casa per affitti brevi, spesso soggiornando qualche notte in più, comprano nei negozi di quartiere e vogliono vivere i luoghi “come un locale”” osserva Simone Majeli, amministratore delegato di Rent All Como e socio Aigab.

Bisognerebbe piuttosto ragionare sul tipo di turismo che Como vuole, «come distribuire utilmente i flussi in modo più omogeneo e non solo su Como. Questa potrebbe essere una risposta efficace all’aumento incontrollato di turisti», prosegue.

Anche perché le politiche restrittive già applicate in alcune grandi città europee, tra cui Amsterdam e Berlino, non hanno raggiunto l’obiettivo di aumentare la disponibilità di case per i residenti: “Il mercato degli affitti brevi a Barcellona rappresenta lo 0,97% del patrimonio immobiliare. Riportando la questione nel nostro Paese, in Italia ci sono quasi 10 milioni di case sfitte, vuote e inutilizzate. Forse andrebbero riviste le politiche sugli alloggi e sugli affitti in generale. Il contratto 4+4 ha un default del 24%. Cambiare la regola degli affitti tradizionali potrebbe riportare molti proprietari sul mercato”.

 
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