AREZZO
Si sono svolti ieri nella chiesa di Santa Maria delle Grazie i funerali di Serenella Mugnai, la donna di 72 anni uccisa dal marito il 21 giugno. La Procura di Arezzo aveva disposto l’autopsia sulla salma. Dopo gli accertamenti, effettuati dall’equipe di Medicina legale dell’Università di Siena, è stata rilasciata l’autorizzazione. Ieri l’ultimo saluto, da familiari e amici. Un omicidio che racconta la disperazione di una famiglia, quello avvenuto in un appartamento di viale Giotto. Un colpo mortale alla testa dopo una vita trascorsa insieme, felici, finché l’Alzheimer non colpì la donna. Negli ultimi tempi le sue condizioni di salute erano peggiorate e la situazione era diventata insostenibile per il marito, Alessandro Sacchi, 80 anni. L’intero peso delle cure ricadde su di lui, la coppia, infatti, non aveva figli. A febbraio Sacchi aveva assunto una donna che lo aiutasse a prendersi cura della moglie, ma ormai la situazione era diventata troppo pesante per l’uomo. Fu lui quella sera a chiamare prima i vicini e poi i servizi di emergenza.
Sacchi era stato portato in carcere in attesa di una sistemazione alternativa. Vi ha trascorso alcune notti, nel pieno rispetto dei detenuti, ha raccontato ai suoi avvocati Piero Melani Graverini e Alessandro Sacchi (nipote della coppia). Gli avvocati si sono subito mossi per trovare una soluzione alternativa. Lunedì, davanti al giudice Casconi, durante l’interrogatorio, Sacchi, che finora si era avvalso della facoltà di non rispondere, racconterà la sua verità, gli avvocati chiederanno per lui gli arresti domiciliari, in una RSA. È stata individuata una struttura a Monte San Savino dove l’uomo sarà monitorato per prevenire episodi autolesionistici.
