Vestas-Yilport, accordo per lo stoccaggio e il trasporto delle turbine eoliche più grandi del mondo – .

Vestas-Yilport, accordo per lo stoccaggio e il trasporto delle turbine eoliche più grandi del mondo – .
Vestas-Yilport, accordo per lo stoccaggio e il trasporto delle turbine eoliche più grandi del mondo – .

Yilporto si allea con Vestas per stoccare e movimentare 40 pale eoliche all’anno, attualmente le più grandi al mondo, di cui l’azienda danese ha avviato la produzione nello stabilimento di Taranto, in un’area del terminal container. Coinvolte anche la società Marraffa, per la fornitura delle gru da impiegare nella movimentazione, e la società Maersk per il trasporto, dato che i caricatori (in sigla V236) andranno all’estero e Maersk solitamente lavora con Vestas.

Se per Vestas l’accordo con Yilport va visto nel contesto del supporto funzionale e logistico alla produzione di Tarantino – la costruzione di queste pale era già iniziata in Danimarca -, per Yilport si tratta però di un’altra occasione per provare a saturare sia le aree terminalistiche che la forza lavoro, visto che la movimentazione dei container procede ancora a ritmi bassi, poiché, afferma il terminalista, finché il fondale non sarà dragato, portando la profondità a 16,50 metri, non ci sarà alcuna possibilità di introdurre navi più grandi, né di proporre una posizione competitiva sul mercato. A questo proposito Alessandro Becce, amministratore delegato del terminal tarantino di Yilport, ha dichiarato il 6 maggio al Quotidiano: «Se necessario, metteremo a disposizione il nostro terminal. È giusto, in questo momento, non tralasciare nulla. Siamo in contatto sia con Vestas per le pale eoliche, sia con i vari produttori».

E da allora un passo avanti è stato fatto. Va aggiunto che Vestas ha presentato domanda anche per la piattaforma logistica. Solo su questo bisognerà attendere il 10 luglio, quando il TAR di Lecce deciderà se l’Autorità debba includere o meno Tecnomec – che ha presentato ricorso contro l’esclusione – nella valutazione delle domande. Se fosse inclusa, Tecnomec sarebbe in lizza con Vestas e Iptl Logistica.

Quanto a Yilport, potrebbe entrare nel settore dell’eolico offshore e consolidarsi con altre due operazioni. La prima è l’accordo con Renantis e Blue Float Energy, le due società che hanno proposto la costruzione di due grandi parchi eolici offshore galleggianti nell’Adriatico, uno al largo di Brindisi, l’altro al largo del Salento, e che puntano a utilizzare come base il terminal di Taranto. E l’altra è la candidatura che nelle scorse settimane le autorità portuali di Taranto (Mar Ionio) e Brindisi (Mar Adriatico meridionale) hanno presentato congiuntamente al Ministero dell’Ambiente a seguito dell’avviso per l’individuazione di due aree al Sud dove installare altrettante piattaforme per la costruzione e il montaggio di grandi parchi eolici offshore.

L’accordo, o meglio il memorandum of understanding, tra Yilport, Renantis e Blue Float Energy, risale al novembre 2022, quando ancora Becce non era alla guida del terminal, mentre ad Acciaierie d’Italia l’amministratore delegato era Lucia Morselli, che è stato mandato via con l’arrivo dei commissari lo scorso febbraio. In sostanza, un altro quadro di riferimento. L’ex Ilva resta un potenziale player della partita visto che per costruire gli impianti offshore serve molto acciaio. Morselli è arrivato a proporre una partnership tra AdI, Fincantieri, visto che si tratta di attività di cantieristica, Renantis e Blue Float Energy.

Da quanto apprende Quotidiano, Yilport dovrebbe rivalutare la situazione sul protocollo d’intesa con Renantis e Blue Float Energy, mentre l’amministrazione straordinaria di AdI ha già avuto un primo incontro con le due società eoliche offshore. Sembra che l’ex amministratore delegato Morselli avesse assicurato a Renantis e Blue Float Energy che avrebbe potuto fornire anche cemento, offerta evidentemente legata alla discussione, emersa tempo fa, riguardo la riattivazione della cementeria, anch’essa molto vicina al acciaieria. Ma ormai non si parla più di riattivare il cementificio. Le Acciaierie alla fine potrebbero entrare in gioco solo per l’acciaio.

La prospettiva è stata ritenuta interessante dai commissari, anche perché potrebbe essere un’altra potenzialità da sfruttare per nuovi investitori, visto che è in preparazione la gara per riportare sul mercato gli asset industriali di AdI. Solo che ora la priorità dell’ex Ilva è vivere, cercando di ritrovare la normalità (il commissario Giancarlo Quaranta ha annunciato che la capacità dell’altoforno 4, l’unico in funzione, è stata portata al 90 per cento). E allora si potrebbe vedere meglio cosa fare per l’eolico offshore. AdI dovrebbe intervenire sui suoi impianti, in particolare sul Treno Lamiera, che al momento non produce lamiere con le caratteristiche tecniche adatte all’impiego offshore. Offshore è quindi un discorso interessante per Acciaierie, ma bisogna capire come farlo restando con i piedi per terra, alla luce delle condizioni in cui versa oggi l’azienda.

E l’Autorità Portuale ha rinviato a settembre anche la decisione del comitato di gestione sul nuovo piano industriale presentato da Yilport. L’Autorità vuole vedere se il porto verrà scelto dal ministero come hub per l’assemblaggio di parchi eolici offshore galleggianti. Se così fosse si aprirebbe uno scenario sull’utilizzo del molo multisettoriale che potrebbe aiutare l’Autorità a decidere sul piano di Yilport. Il terminalista, infatti, fa riferimento a questa possibilità oltre allo sviluppo dei container. E il ministero dovrebbe decidere entro metà settembre quali saranno le due zone del Sud.

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Giornale Puglia

 
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