Bettiol a Rimini, tra emozione e un pelo da diavolo – .

Bettiol a Rimini, tra emozione e un pelo da diavolo – .
Bettiol a Rimini, tra emozione e un pelo da diavolo – .

RIMINI – C’è tantissima gente ad aspettare i corridori, come ce n’erano tanti a Firenze in questa partenza toscana del Tour de France che resta come una meraviglia sul volto di Bettiol. Eppure, quando Alberto arrivò all’autobus, aveva un’espressione accigliata e i nervi a fior di pelle.. Lasciò la bici giù, non rispose a nessun saluto e poi scomparve giù per i tre gradini, cercando un posto riparato per raffreddare la sua rabbia. Poco dopo Ben Healy è sceso e ha iniziato a far girare le gambe sui rulli, l’unico della squadra. Il suo attacco, mentre i compagni sparavano alle sue spalle, ha sollevato più di un interrogativo.

Ai piedi del bus rosa EF Education-Easy Post c’è un gruppetto di tifosi dei Carapaz che fanno il tifo per il loro campione. Sottolineano quanto sia stato sbagliato escluderlo dalla selezione olimpica. Lui che è il vincitore uscente, ma che forse dopo Tokyo ha parlato troppo duramente contro il suo comitato olimpico. Proprio accanto a lui c’è Lisa, la bionda compagna di Bettiol, che ha capito benissimo quel malumore e sorride per far capire che passerà. E infatti dopo circa dieci minuti, Bettiol scende dall’autobus. Indossa un abito nero e il sorriso di chi ha cominciato a fare pace con il mondo.

«Sono contento di come mi sono sentito – dice – soprattutto per il calore che ho ricevuto e questa è la cosa più importante. Poi in una gara è così, a volte basta poco. I due ragazzi (Bardet che ha vinto e Van den Broeck che lo ha aiutato, ndr) sono stati bravi ad attaccare. Forse abbiamo commesso un errore nel far muovere Ben Healy e invece avremmo dovuto forzare un po’ di più. Ma va bene così, il ciclismo è questo. Comunque dai, se la tua gamba è così, ci sono tre settimane per divertirti”.

Quello giallo a pochi metri di distanza

La volata di gruppo è stata vinta Wout Van Aert davanti a Pogacar, Alberto è arrivato decimo. Difficile dire se, se la scena fosse stata ancora in scena, sarebbe stata rappresentata diversamente. Ma intanto, mentre dai bar del lungomare giungono le prime voci sulla partita dell’Italia contro la Svizzera, il dibattito continua.

«Volevamo fare la gara più dura – continua Bettiol, parlando dell’attacco del compagno di squadra – e pensavamo di muoverci per costringere gli altri a collaborare. Il Visma era compatto, teneva un ritmo sostenuto, ma non eccessivamente forte. Successo anche per la Lidl di Ciccone. E alla fine li abbiamo mancati per qualche metro.. Forse per come mi sentivo, per come ha lavorato la squadra, meritavamo di più.

“Comunque un giorno che sicuramente ricorderò per tutta la vita. Era quasi irripetibile, ho cercato di godermi ogni centimetro della strada. Porterò questa bellissima maglia in giro per la Francia. Ma prima c’è domani quando arriveremo a Bologna, poi a Torino, poi ripartiremo da Pinerolo. La squadra ha fatto una buona partita, ci sentiamo bene. È un peccato perché alla fine, per pochi metri, non ci siamo giocati la maglia gialla…».

Una promessa ai tifosi

Forse perché eravamo lì quando vinse quel tricolore e lui parlò della partenza da Firenze come se fosse una favola, siamo presi dal desiderio di essere raccontati della partenza. Dal momento in cui siamo scesi dall’autobus è stato un bagno di folla, in una folla che raramente abbiamo visto così numerosa, anche se un po’ indisciplinata.

«Passare con il Tour de France su Ponte Vecchio – sorride – è stato un sogno. Mi sono divertito, è stato qualcosa di unico. È stato bellissimo, mi sono divertito ed ero emozionato: è stato bello far parte di questo spettacolo, peccato per il finale. Se quando sono arrivato qui fosse rabbia o rimorso? Un po’ di rabbia, ma una rabbia sana. Siamo qui per fare del bene.

«Ero sicuro che la tappa sarebbe venuta così. Dura ragazzi, ma non eccessivamente, perché siamo al Tour. Questa tappa alla Coppi e Bartali, con tutto il rispetto, arriva un corridore per curva. Al Tour ne arrivano quasi 50 in volata. È normale, il livello è molto alto. E poi alzo la posta e prometto di provarci ogni giorno.Come ho fatto oggi, mentre ci provavamo come squadra. Lo prometto a me stesso, prima di tutto. E penso che gli italiani si divertiranno con me e spero di dedicare loro una vittoria. Non domani però, domani sarà molto dura. Domani vince Pogacar».

 
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