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«The Sughere lack dignity» Il Tirreno – .

«The Sughere lack dignity» Il Tirreno – .
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LIVORNO. Ha tentato il suicidio in cella e ci sarebbe riuscito se non fosse stato scoperto e salvato dagli agenti della polizia penitenziaria. La tragedia è avvenuta nella notte tra lunedì 1 e martedì 2 luglio a Sughere, con un trentacinquenne di Livorno, trattenuto da un mese in custodia cautelare e ricoverato in gravissime condizioni in terapia intensiva.

Una tragedia, l’ennesima, che riguarda le carceri italiane. Dove le persone che si sono tolte la vita, «dall’inizio dell’anno sono state 49, un numero molto alto rispetto al totale della popolazione privata della libertà, il 20% in più della media nazionale dei suicidi», spiega il garante comunale dei detenuti, Marco Solimano, che appena appresa la notizia dell’accaduto si è recato nel penitenziario di via delle Macchie. «Ho sempre pensato – ha detto – che il disegno suicida sia personale e misterioso, ma ci sono condizioni che possiamo definire concause come sicuramente un carcere affollato, in cui il rispetto, il decoro e la dignità delle persone sono messi in discussione da luoghi che definire indecenti, come quelli di Sughere, è riduttivo. Poi c’è il sovraffollamento. In questo scenario tutto si amplifica e assume le dimensioni di una tragedia».

Solimano spiega come “una persona, ogni due giorni e mezzo – prosegue – si toglie la vita nelle carceri italiane nell’indifferenza dell’opinione pubblica e della politica. Non leggo umanità o riflessioni su queste vite spezzate mentre sono affidate allo Stato. Penso che vadano subito attuate una serie di misure legislative che abbiano un effetto decongestionante sugli istituti penitenziari, bisogna ricreare le condizioni per orizzonti nuovi e diversi, non bisogna perdere la speranza e dare strumenti alle persone più fragili. Non si può andare avanti così, è una situazione intollerabile. La vivo come un dolore personale: non ci si può abituare al fatto che un uomo solo, immerso e circondato dalla solitudine, si tolga la vita, è una cosa ripugnante”.

Criticità che, secondo Solimano, si aggraveranno con l’arrivo dell’estate. Sia perché ci saranno meno agenti penitenziari al lavoro, per via delle ferie stagionali, sia perché “sono sospese tutte le attività esterne per la rieducazione”. “Bisogna aumentare gli spazi, aumentare i luoghi di vivibilità e di partecipazione ai percorsi di rieducazione – prosegue – ora ci troviamo di fronte a uno dei periodi più delicati: in virtù delle ferie del personale, tutte le attività sono bloccate, qualcosa di ingestibile, è una criticità patologica quella degli istituti penitenziari del nostro Paese”.

Anche a Livorno, come in tutta Italia, si è scatenata la protesta degli avvocati per le condizioni di vita poco favorevoli dei detenuti, con la maratona oratoriale dei giorni scorsi in Piazza Grande e lo sciopero dei penalisti annunciato per i prossimi giorni anche nel nostro tribunale. “Non bisogna sottovalutare – conclude Solimano – tutti gli episodi di autolesionismo in cella che non vengono nemmeno registrati. È il frutto di un malessere grave: tra le mura dei penitenziari si respira una situazione di totale inciviltà, che va affrontata al più presto perché chi è privato della propria libertà ha gli stessi diritti di tutti gli altri”.

 
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