“L’Italia di Spalletti è un film horror” – .

“L’Italia di Spalletti è un film horror” – .
“L’Italia di Spalletti è un film horror” – .

Disastro Italia: La squadra di Spalletti viene eliminata di diritto da Euro 2024 agli ottavi di finale, dopo quattro esibizioni, una peggiore dell’altrasubendo 2 gol da una Svizzera che ha dominato il campo per novanta minuti. Un’eliminazione che brucia, un imbarazzo epico, che rimarrà nella storia della nostra Nazionale, che negli ultimi anni ci aveva già regalato “notti magiche” come la sconfitta contro la Macedonia del Nord che costò agli Azzurri la qualificazione ai Mondiali. Ma un crollo come quello visto in questi Europei è davvero difficile da ricordare.

Questo è il contesto in cui, Sabato 29 giugnodopo la scottante notizia del TG1, una nuova puntata di Notti europeel’ultimo dedicato al commento di una partita degli azzurri. E il clima in studio è lo stesso che si respira in tutte le case, i bar, i punti di ritrovo di tutto il Paese, tra rabbia e incredulità.

Per riassumere il clima che regna sovrano in studio dopo Italia-Svizzera è la prima frase della serata Paola Ferrari che spiega: “Sono rimasto senza parole per molti minuti perché mi sembrava di vedere un film horror e non c’era Dario Argento a dirigere, c’era Luciano Spalletti“. La conduttrice, come la maggioranza dei tifosi, è davvero infuriata e lancia subito un sasso: “Molti italiani stanno protestando sui social e vorrebbero già un cambio sulla panchina dell’Italia. E’ vero, Spalletti ha avuto pochissimo tempo, ma di fronte a questo disastro forse serve presto un cambio di rotta”.

Insomma, la domanda è: di fronte a queste macerie, da dove ripartire?

Il tecnico italiano non ha certo fatto una bella figura come allenatore della Nazionale, ma nemmeno a bordo campo a fine gara quando ha detto ai microfoni Rai: “Ci è mancato ritmo e freschezza. Più di questo non siamo capaci di fare”. La seconda parte è una resa incondizionata, la prima è la ricerca di una scusa che non regge affatto, come sottolinea sarcasticamente Tony Damascelli: “Quanto alla freschezza Non so che aria condizionata avessero gli svizzeri…”. E bisogna riconoscere che l’unico ad usare i termini corretti per descrivere le tre disastrose partite della Nazionale alle Notti d’Europa, mentre molti addolcivano la situazione, è stato il giornalista incaricato delle pagelle che poi è lapidario, sostenendo che nel calcio italiano: “Bisogna cambiare tutto completamente”.

L’unico essere umano che si presenta con un sorriso a 36 denti in questa sera che è un lungo e corale “de profundis” è l’ambasciatore svizzero in Italia, collegato dalla sua residenza a Roma, che giustamente ride. Marco Mazzocchi l’accoglie con tutta la sincerità che meritano i momenti epocali: “Lei sorride e ha ragione. In realtà l’avevo invitata pensando di doverle dire parole di conforto dopo il match, e invece è successo il contrario”.

In questa serata segnata dalle delusioni più cocenti, dalle recriminazioni e dalla consapevolezza che non basta indossare la maglia azzurra per essere un campione, per sorridere bisogna arrivare alla fine della puntata, quando Marco Mazzocchi annuncia il solito connessione “colorato” con un “triste e solitario Umberto Martini nella metropolitana di Berlino“. L’inviato è sulla banchina della stazione accanto allo stadio dove passano le carrozze che portano al centro, pronto, per l’ultima volta, a intercettare alcuni tifosi italiani per saggiare lo stato d’animo di chi ha seguito dalla tribuna la debacle italiana. Mentre è collegato allo studio passa la metropolitana e Martini, avvicinandosi al vagone spiega: “Ho visto dentro un tifoso italiano, salgo quindi intanto prendo anche la metropolitana, perché sono stato qui” ormai da tempo e anche gli ispettori cominciano ad insospettirsi”… Le premesse sono ottime. Nemmeno il tempo di salire sulla carrozza e l’inviato si accorge che il tifoso con la maglia dell’Italia scendeva, mentre lui saliva. Non si arrende, spiega, tra le risate in studio… “Il fan italiano che era in onda è sceso, quindi scendiamo anche noi” Finalmente lo raggiunge sulla pedana e può fargli la domanda che ha preparato: “Come hai vissuto la partita?” ed ecco il colpo di scena esilarante, perché l’uomo con la maglia dell’Italia risponde: “No hablo muy bien Italian”. Ma Martini insiste e, in una stazione deserta, continua la conversazione, lui in italiano e l’interlocutore in spagnolo sudamericano: “E allora perché ha la maglia dell’Italia?” Dalla risposta articolata del passante, le uniche parole comprensibili sono: “Sono messicano, tifo l’Italia per Maradona, Roberto Baggio”. Ma niente, Martini non si arrende e prova anche a entrare nel tecnico: “Quale potrebbe essere un nome per il futuro dell’Italia? Cosa potrebbe essere el hombre del destino?» chiede, davanti all’uomo che riflette e chiaramente non ha capito niente. Alla fine, anche il corrispondente di Notti europee deve alzare bandiera bianca, interpretando lo sguardo perplesso che ha davanti: “Questa faccia dice tutto”, e passa la riga allo studio. Dove, purtroppo, finisce l’episodio.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV presente su quasi tutta la costa, Arta monitora costantemente la situazione – .
NEXT Team Altamura, a Moussa Manè del Bari piace la corsia destra: la situazione – .