Spalletti parla troppo. Ci vuole una riflessione collettiva – .

Luciano Spalletti è un tecnico preparato, la sua carriera parla per lui, lo scudetto vinto con il Napoli è una felice realtà, ma è anche vero che parla troppo. Un’abbuffata di pensieri e concetti, di idee, con un linguaggio che stordisce e fa chiedere: «…ma cosa vuol dire…». Ieri dopo la figuraccia è stato stranamente chiaro: “La responsabilità è mia”. Un uomo provato. Ma è tutto il calcio italiano, che non vede i Mondiali da due edizioni, buttato fuori dagli Europei nella prima vera prova.

Gioco, carattere, personalità: mancava tutto, anche il fisico per dei giovani sani che faticano su ogni pallone. Un solo uomo al comando: Gigio Donnarumma che para e fa di tutto per non farsi umiliare, ci prova anche contro la Svizzera, ma è l’unico innocente di una spedizione flop. Un tempo la Corea si parlava di fallimento, ora la Svizzera diventerà di moda.

Con tutto il rispetto per le dimensioni di una presidenza come quella degli Stati Uniti, si discute molto su Biden, se sia ancora all’altezza della situazione e dell’elevata responsabilità. Ebbene, se qui si parla di calcio italiano, si vede poca chiarezza: senza arrivare fino a lì, alla Casa Biancama restando nei Palazzi del nostro Calcio, è necessaria una riflessione corale.

 
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