D’Amico vuole togliersi la maglia nerazzurra alla Lazio – AlessioPorcu.it – .

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Il 50% delle aste si concentra in sole 5 Regioni, e la nostra fa la parte del leone. Il rapporto Nomisma e la ricetta di Confimprese Italia

“Bisogna dare fiducia per evitare azioni disperate”. Poche parole che spiegano tutto, come ha sempre fatto Guido D’Amico quando vuole mettere un tema al centro di un focus risolutivo e non di un lamentoso gorgheggio. D’altronde il tema è di quelli che non lasciano spazio a gargarismi dialettali, perché ci sono vite in giocospezzato, piegato e spezzato dalla disperazione.

Vite interrotte così del 60enne di Sant’Angelo in Theodicefrazione di Cassino, che lo scorso novembre si è suicidato dopo aver perso la sua casa all’astaScrisse una lettera alla sua famiglia, un’altra all’acquirente che gli aveva “rubato” la casa e questo fu tutto.

Dalla tragedia di Sant’Angelo all’appello di oggi

Guido D’Amico (Photo © AG IchnusaPapers)

Mettere fine alle questioni di sfratti, insolvenze o situazioni debitorie sulla casa: naturalmente il presidente di Confimprese Italia è andato dritto al punto con il suo ricorso. Lo ha fatto perché se non c’è un rapporto di fiducia con chi è in difficoltà, quella disperazione viene fecondata. Quel baratro esistenziale il che è già disastroso anche se non porta ad azioni estreme.

Ma a volte sì, ci arrivi, ed è il fatto che non dobbiamo arrivare lì ha focalizzato un rappresentante delle piccole e piccolissime imprese sono dati esemplariPerché il mondo dei lavoratori autonomi vive spesso nel riflesso di ciniche regole di mercato, ma per D’Amico il cinismo non può mai essere un ingrediente per fare impresa.

Il rapporto Nomisma: 170mila famiglie in difficoltà

(Foto © DepositPhotos.com) https://it.depositphotos.com/stock-photography.html

Meno di tutto il silenzio quando tragedie e drammi si verificano all’interno del tessuto sociale. Che sono piccoli episodi nelle statistiche ma ruggiti nell’etica. I dati di riferimento su cui D’Amico ha basato la sua “crociata” sono quelli relativi a a elaborazione di Nomisma e fornita da Qbt -Reviva. Dati secondo i quali “nel 2024 170mila famiglie rischiano lo sfratto per debiti”. Sulla base di questa impietosa radiografia e, soprattutto, anche del fatto che il Lazio ne è una parte cospicua, Confimprese Italia ha voluto lanciare l’allarme.

Ce l’ha fatta “citando uno studio” presentato dall’osservatorio “Salva la tua casa”. Ciò che sta accadendo, o meglio, ciò che è già accaduto dopo l’inizio di un decennio buio con la crisi del settore Made in USA che colpì l’Europa nel 2007/2008? Tale crisi, aggravata dalle ulteriori difficoltà innescate dalla pandemia e dalla geopolitica della guerra con ricadute molto forti sui consumi delle famiglie, aprì un domino nero. Un effetto sequenziale per cui il costo dei mutui è salito.

E con esso “la difficoltà di creare nuovi contratti, o surrogazioni/sostituzioni”come spiegano Italia Oggi and La Stampa che ha accolto il ricorso di D’Amico. Pertanto, in base a questo scenario “si sta creando una difficoltà inimmaginabili nel rispettare gli impegni assuntiche porta molti crediti in situazioni di insolvenza e quindi a procedure esecutive”.

Enormi sacrifici vanificati

Adesso, quello è il momento buio: quando il tuo bene primario, quello su cui hai basato tutta la tua esistenza, diventa qualcosa non più tuo, ma in vendita ad altri “migliori di te”. Perché così viene letta una persona, la messa all’asta della propria casa: come una sconfitta sociale che Confimprese vuole arginare, come percezione e come effetto empirico.

La procedura esecutiva in realtà “mette in discussione non solo la proprietà della casa che è stata acquistata con immensi sacrificima anche la possibilità di continuare a vivere lì”.

E le previsioni per l’anno in corso non sono incoraggianti: si prevede “un possibile aumento delle aste, con un numero stimato incluso tra 160 mila e 180 mila aste. L’aumento è mostruoso: è un +12% rispetto al 2023.

Ecco perché per il presidente di Confimprese Italia, Guido D’Amico “È assolutamente necessario avere fiducia per evitare gesti disperati”Alle sue parole è stata aggiunta l’analisi del vicepresidente Giovanni Felice. Ciò spiega: “È importante intervenire come è avvenuto negli Stati Uniti dopo la crisi del 2007. E studiare il modo in cui il proprietario può mantenere la disponibilità dell’immobile. Anche sotto forma di affitto e poi riacquisto in seguito”.

Lazio nella “top five nera”

Ci sono dati più precisi e sconvolgenti: Dal 1° gennaio al 30 giugno 2023 sono state messe all’asta 59.816 unità immobiliari. Parliamo di “circa 332 immobili al giorno, compresi sabato e domenica. Di questi il ​​76,82%, ovvero 45.951, sono finiti in vendita a seguito delle esecuzioni immobiliari”.

E poiché i numeri hanno la coda a cui si aggiunge un altro 20,11% imputabile ad espropriazioni per procedure concorsualiSi tratta di ambiti per lo più legati a fallimenti, concordati preventivi, ristrutturazioni del debito, liquidazioni coatte amministrative e crisi da sovraindebitamento. E il resto 3,07% delle unità immobiliari? Che invece è oggetto di contenzioso civileMa qual è la geografia del fenomeno e del dolore che provoca?

Le regioni che registrano un numero maggiore di aste giudiziarie “sono, relativamente allo stesso periodo: Lombardia, Sicilia, Lazio, Campania e Toscana. Sì anche la Lazio, quella stessa Lazio dove nel 2023, per esempio, a Monterotodo 90 famiglie che abitavano sulla Via Salarianelle case costruite con fondi pubblici statali e poi passate a proprietari privati, sono state sfrattate.

La proprietà è fallita e il curatore l’ha messa all’asta. Quei cittadini erano lì dagli anni ’70, quando erano stati trasferiti dalla zona del Fosso di Sant’Agnese perché l’amministrazione a quel tempo era in costruzione la circonvallazione orientale.

50% delle aste in 5 Regioni

Le chiavi di casa

Solo le percentuali del Lazio e delle altre regioni “pecora nera”. rappresentano circa il 50% delle vendite all’asta in tutta Italia. E da quanto apprendiamo dallo studio Nomisma “contano una serie di premi ben al di sopra della media di 2.987 aste giudiziarie. Per questo D’Amico ha chiesto fiducia.

Ed è per questo che ha fatto bene. Perché senza fiducia, volere l’oscurità per sempre sembra l’unica strada da percorrereun percorso che un paese civile non dovrebbe avere sulla sua mappa etica. Mai.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com).

 
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