«Un piano in 5 step, ecco come rimetto le Marche al centro dell’Europa» – .

«Un piano in 5 step, ecco come rimetto le Marche al centro dell’Europa» – .
«Un piano in 5 step, ecco come rimetto le Marche al centro dell’Europa» – .

Mario Baldassarri, presidente Istao: la prossima settimana Ancona e le Marche saranno al centro di un grande dibattito sul futuro dell’Europa, dell’Italia e della nostra regione nel XXI secolo.

«Giovedì e venerdì alla Mole Vanvitelliana si svolgerà il Maef 2024, un forum economico al quale parteciperanno grandi esperti e sono stati invitati i ministri Fitto e Tajani».

Con il suo dossier svelerà ai presenti cosa accadrà da qui al 2028 se le cose non prenderanno una piega diversa.

«Parto da un dato storico: negli ultimi dieci anni l’Europa è cresciuta la metà degli Stati Uniti, gli Usa sono cresciuti la metà di Cina e India: in Europa l’Italia cresce meno della media europea e in Italia le Marche crescono meno della media italiana, tanto da diventare una regione in transizione».

Tempi bui. E il futuro?

«La tendenza non migliorerà e in questo doppio bradisismo l’Italia si allontanerà lentamente dall’Europa e le Marche faranno lo stesso con l’Italia».

Le previsioni quindi non sono allettanti. Ma trattandosi di previsioni, l’Italia e le Marche potrebbero in qualche modo cambiare il loro destino?

“Io dico di sì. Ma serve una manovra di politica economica strutturale a livello nazionale che sia in grado di riportarci al 2-2,5% di crescita con una forte ristrutturazione sia della spesa pubblica che delle entrate, puntando soprattutto sugli investimenti.”

E per le Marche?

«Ho studiato 5 mosse per svegliarli e riportarli nel XXI secolo».

Come li sveglieresti?

«Bisogna lavorare sulle infrastrutture materiali e immateriali, serve un grande sforzo sulla formazione e una rete turistica che abbia una forte strategia comune».

Le cinque mosse?

«Prima di tutto, l’alta velocità sulla linea ferroviaria Bologna-Bari; in secondo luogo, trasformare l’attuale rete in una metropolitana di superficie nelle Marche. Realizzare poi un Centro Termale per la Fano-Grosseto, come già fatto con il Quadrilatero. Un’impresa che si impegna a finire i lavori in tre anni, senza discutere troppo su quante canne dovrà avere il tunnel della Guinza”.

Ne mancano due.

«Dobbiamo completare la Pedemontana dal Metauro al Tronto. Anche in questo caso niente più tentennamenti: bisogna muoversi”.

Includete tra i vostri spostamenti anche la terza corsia dell’A14?

«Sì, ma attenzione: tra Pedaso e San Benedetto ci sono 12 gallerie e allargarle a 4 corsie richiederebbe tempi lunghissimi e costi esorbitanti».

Cosa ha in mente?

«Un collegamento autostradale, che parte da Porto Sant’Elpidio, raggiunge Fermo, Ascoli e Teramo e collega direttamente la A24 con la A14. Un raccordo a pedaggio di 96 chilometri: in questo caso avremmo 8 corsie, quattro proseguirebbero lungo la costa verso Bari e quattro taglierebbero nell’entroterra verso Teramo, L’Aquila e Roma”.

Un bellissimo sogno. Ma i soldi? Ne abbiamo bisogno molti.

“Loro sono sempre lì, il problema è decidere. In Italia ogni anno si spendono 1.150 miliardi di euro, ma al suo interno ce ne sono 150 sprecati e sottratti”.

Serve soprattutto volontà politica.

“In questo momento c’è una situazione molto favorevole per le Marche. Il governo regionale ha lo stesso colore del governo nazionale e nell’Ue siamo rappresentati per la prima volta da due eurodeputati, Matteo Ricci e Carlo Ciccioli. Anche se di partiti diversi (Pd e FdI, ndr) potrebbero fare squadra per rilanciare le Marche”.

Li invitò anche alla conferenza.

“Certo. Perché ora più che mai è fondamentale avere il coraggio di decidere. Se invece restiamo con le mani in mano tra un’elezione e l’altra non faremo nulla”.

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Corriere Adriatico

 
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