La Polizia di Stato di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Locri nei confronti di uno dei migranti sopravvissuti al naufragio nel Mar Ionio, sbarcato nel porto di Roccella Ionica il 17 giugno; il soggetto è ritenuto gravemente indiziato del reato di omicidio.
Il decreto è stato adottato a seguito delle attività investigative condotte congiuntamente dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Polizia di Siderno, con la collaborazione del Reparto Operativo Navale della Guardia di Finanza di Roccella Ionica.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Locri diretta dal dottor Giuseppe Casciaro, hanno permesso di ricostruire la dinamica di un omicidio, che si aggiunge alla serie di drammatici eventi collegati al naufragio del motoscafo affondato a circa 120 miglia dalle coste calabresi, con a bordo circa 70 migranti.
Infatti, come emerso dagli elementi acquisiti nel corso del procedimento, attualmente in fase di indagini preliminari, mentre l’imbarcazione a vela era già alla deriva, il migrante arrestato avrebbe sfogato la sua violenza su una ragazza irachena di 16 anni, figlia di un altro superstite, provocandone la morte per soffocamento.
Dopo le formalità, l’arrestato è stato condotto presso il carcere di Catanzaro, nella disponibilità dell’Autorità Giudiziaria.
Il GIP presso il Tribunale di Locri ha convalidato il provvedimento di fermo, applicando la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, in ottemperanza alle richieste della Procura di Locri.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano
