L’Ancona calcio, in attesa di conoscere il suo futuro, intanto c’è chi ironizza – .

L’Ancona calcio, in attesa di conoscere il suo futuro, intanto c’è chi ironizza – .
L’Ancona calcio, in attesa di conoscere il suo futuro, intanto c’è chi ironizza – .

Un’estate così calda e dolorosa, i tifosi dell’Ancona, non se la sarebbero immaginata. Anche se con difficoltà, sul campo la squadra si era meritatamente guadagnata la permanenza in Legapro, in attesa di tempi migliori.

Non c’erano tempi migliori, anzi, anzi: il club è stato espulso dal campionato per inadempienze gravi, da parte del Covisoc, l’organismo di controllo.

Oggi c’è un’incertezza totale, che riguarda innanzitutto il piazzamento della squadra; le possibilità sono diverse, in ogni caso serve una nuova società, indispensabile per avere diritto ad essere inserita in qualche campionato.

Due partecipazioni in Serie A, l’unica marchigiana oltre all’Ascoli, diversi anni in B e C, ma il calcio dorico fatica a rispettare la tradizione.

Da quando si è diffusa la notizia dell’esclusione dalla Legapro, poi divenuta ufficiale, si sono susseguiti diversi colpi di scena: il malese Tiong ha ceduto le sue quote nella The Dream Srl, che ne deteneva il 95%, a Francesco Agnello, nelle scorse settimane il sindaco Silvetti ha annunciato un bando per la raccolta di manifestazioni di interesse da parte degli imprenditori che scadrà lunedì 1° luglio, per provare a ripartire dalla serie D.

Canil, che detiene il 5% delle quote, intanto, ha riportato il suo Matelica in Eccellenza, magari provando a ripetere l’escalation di successi.

Nicolò, un bambino di undici anni, ha scritto in una lettera indirizzata all’amministratore delegato Roberta Nocelli: “Tradire la fiducia dei più piccoli è vergognoso, i soldi per il campo sono spariti; per pagarlo avevo messo da parte tutti i miei risparmi tra Natale e il mio compleanno”.

Non è l’unico a sentirsi tradito, basta dare un’occhiata ai social per capire come i tifosi dorici siano in subbuglio e particolarmente arrabbiati.

Tra le curiosità non possiamo non notare un post ironico di una nota agenzia di pompe funebri, che non è estranea all’ironia: “Quante altre volte dovremo seppellirla?”

Questa frase riassume con amarezza la storia difficile degli ultimi decenni del calcio dorico, ricca di colpi di scena, tra cui il salvataggio da parte dell’imprenditore Marinelli attraverso il Piano San Lazzaro, il recupero del nome Ancona e il trasferimento della Legapro da Matelica, con un’iniziale improbabile nome Ancona Matelica.

Tuttavia, viene da chiedersi, e qui forse sta la vera radice del problema, perché una città capoluogo di regione non riesca ancora a trovare sul suo territorio le risorse per tornare ai livelli che merita, dovendo quindi affidarsi a cifre “straniere”, non solo di nome, ma anche di fatto.

 
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