la grande impresa di un pensionato di Forlimpopoli – .

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C’era la folla delle grandi occasioni domenica scorsa al Bar Ritrovo di Forlimpopoli ad attendere Marco Bronzetti, partito il 28 maggio per raggiungere Capo Nord a bordo di una Vespa P200 del 1981. Amici e parenti hanno accolto con un lungo applauso il 61enne forlimpopolese che alle 17.30 del 23 giugno ha completato i 9.882 km del percorso, realizzando un vero e proprio sogno. In poco meno di un mese ha vissuto un’esperienza unica, raggiungendo il punto più alto d’Europa dopo aver attraversato Austria, Germania, Danimarca e Svezia, lo stesso percorso che ha poi percorso al ritorno.

“I miei amici del Vespa Club di Cesena mi dicevano che sarebbe stato il viaggio della vita e avevano ragione”, spiega Bronzetti. “È stata un’esperienza incredibile e ho fatto bene a volerla fare da solo e senza nemmeno farmi accompagnare dalla musica negli auricolari Bluetooth del casco, perché in questo modo ho vissuto e assaporato ogni momento. Bastava un semplice profumo o una situazione per farmi riaffiorare ricordi del passato che avevo totalmente dimenticato”.

Quindi è stato una sorta di viaggio interiore?
“Assolutamente sì e sotto tutti i punti di vista. Mentre viaggiavo in Vespa guardavo i colori dei paesaggi e mi sono commosso: ho pianto, ho riso e ho vissuto al meglio ogni chilometro. Anche il lato umano è stato bellissimo, perché ho conosciuto tante persone che mi hanno aiutato e con le quali ho stretto amicizia, chiacchierando davanti a una birra come se fossimo amici da tanto tempo”.

Qual è stato il momento più emozionante?
“Quando sono arrivato a Capo Nord è stata una sensazione unica, perché avevo raggiunto il mio obiettivo. Sono stata lì due giorni e vista la nebbia quando sono arrivata non sono riuscita a vedere nulla, tanto che ho fatto fatica a schivare le renne lungo la strada, per fortuna il giorno dopo il tempo era bello e c’era un bellissimo panorama. È stato curioso quando ho scattato la foto con la mia Vespa sotto il Globe, il monumento raffigurante il globo a Capo Nord. Molti mi hanno chiesto di farmi fotografare con lei, perché in effetti da quelle parti si vede raramente una persona con un mezzo del genere, e dopo un’ora ho dovuto dire che dovevo partire: ci sarebbero state tante altre persone che avrebbero voluto fare una foto autoscatto “.

L’amicizia e i rapporti umani sono stati una costante nel tuo percorso?
“Ho sempre trovato persone che mi hanno aiutato, forse perché con la mia Vespa generavo empatia. Durante il viaggio di ritorno in Italia, avevo passato la notte in un campeggio e dovevo ripartire la mattina dopo. Appena salito sulla Vespa ho sentito che la ruota aveva un problema, ho chiesto cosa fosse e in molti si sono mossi per cambiarla appena si sono accorti che era a terra. Quella era la mia ruota di scorta e quindi non ne avevo altre, ma cercando sui social ho trovato il numero di un centro assistenza Vespa che ha mandato un ragazzo con una ruota di scorta che mi è stata regalata. Ci siamo incontrati in un distributore di benzina ed è stato un grande aiuto, perché in caso di foratura non ne avevo altre”.

C’è stato un momento in cui ti sei trovato seriamente nei guai?
“Era il 4 giugno e stavo attraversando un fiordo. Le previsioni meteo erano buone e così sono partito, ma all’improvviso ha iniziato a piovere, è arrivato il vento e ha nevicato. Le condizioni meteo erano diventate pessime ma non potevo tornare indietro e così mi sono imposto guidando e mantenendo la calma, sapendo che ci sarebbe stata un’area di sosta lungo la strada. Non volevo guardare i chilometri mancanti per non perdere energie preziose e dopo quasi cinque ore, verso le 18.30, sono arrivato a un rifugio dove ho trascorso la notte.”

Quando è partito aveva programmato di impiegare un mese per completare il giro ma invece il tempo è stato minore. Il percorso è cambiato?
“Prendere il treno da Innsbruck ad Amburgo mi ha fatto risparmiare circa mille chilometri ed è stata una buona scelta perché altrimenti avrei dovuto cambiare di nuovo le gomme. Tuttavia, l’orario non è mai stato un mio problema e anzi alcuni giorni ho guidato più del previsto, soprattutto quando il meteo era buono. Tutto è andato bene e oltre alla mia famiglia, al Vespa Club di Cesena e ai miei ex compagni di squadra del VB dell’ITC Carlo Matteucci di Forlì, voglio ringraziare Maicol Missiroli, socio del Vespa Club. Nonostante il momento difficile che stava vivendo, ha lavorato sulla parte meccanica della Vespa prima di partire e non ho avuto problemi tecnici. Il suo aiuto è stato prezioso”.

Hai già in mente il tuo prossimo viaggio?
“Nelle prossime settimane sarò in Riviera con mia nipote, poi forse a fine estate tornerò in Vespa, ma il viaggio sarà sicuramente più breve: resterò in Italia o al massimo andrò in Austria”.

 
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