“Coniugi uccisi dal figlio per soldi, che forse non c’erano” – .

“Coniugi uccisi dal figlio per soldi, che forse non c’erano” – .
“Coniugi uccisi dal figlio per soldi, che forse non c’erano” – .

FANO Morti uccisi dal figlio per l’enorme anticipo di due anni di affitto richiesto dal nuovo proprietario dell’immobile, nel quale avevano vissuto tutta la vita, perso all’asta a causa di un debito non saldato.

La somma di 13.700 euro

Oltre 12mila euro, ad un canone di 500 euro al mese, più deposito cauzionale, per un totale di poco meno di 13.700 euro. Questa somma avrebbe mosso brutalmente la mano omicida di Luca Ricci, 49 anni, operaio metalmeccanico, contro la madre Luisa Marconi, 70 anni, casalinga, e il padre Giuseppe, detto Giorgio, 75 anni, falegname in pensione. Questa è la convinzione degli inquirenti, anche se le circostanze concrete del duplice omicidio non sono ancora chiare e almeno tre scenari sono stati delineati dalle indagini in corso, con diversi gradi di plausibilità.

L’appuntamento con il proprietario

«Il movente è economico», dice il procuratore capo della Repubblica di Pesaro, Maria Letizia Fucci, che coordina le indagini condotte dalla Polizia di Stato. «Il fatto è che quel giorno c’era l’appuntamento con l’avvocato e il nuovo proprietario per la consegna dei soldi. Per il resto sono in corso controlli bancari per verificare se i soldi fossero disponibili o meno”.

Il primo scenario è stato ipotizzato nelle ore immediatamente successive all’eccidio, in seguito al ritrovamento lunedì mattina, dopo l’allarme lanciato dal figlio, dei corpi della donna, strangolata in cucina con il cavo del caricabatterie del telefono, e dell’uomo, ucciso sul letto con 11 colpi di martello. La storia del contratto di affitto e del tracollo finanziario della famiglia a causa di un mutuo fallito di 30mila euro, acceso da Luca Ricci oltre 10 anni fa per chiudere debiti pregressi, all’epoca in cui gestiva un’impresa individuale per il montaggio di mobili, è stato rapidamente ricostruito.

In questa casa

Il padre aveva garantito quel mutuo con un’ipoteca sul suo appartamento, finito all’asta giudiziaria lo scorso settembre e venduto per 60mila euro. La casa di via Fanella 127 era un disastro, in particolare tutti i cassetti della camera da letto erano aperti e frugati. Forse il figlio della coppia stava cercando i soldi che i suoi genitori avrebbero dovuto portare quella mattina in banca per convertirli in assegni circolari.

L’intervento di uno strozzino

Trattandosi di denaro contante, probabilmente erano stati forniti da uno strozzino. «Anche questa è un’ipotesi al vaglio», dichiara il pm Fucci. Per le indagini scientifiche, la scena del crimine è cristallizzata: non è stata ancora effettuata una perquisizione completa per cercare i soldi, forse nascosti in casa.

Dubbi sui cassetti frugati

Il movente economico in questo caso avrebbe agito per la volontà di Luca Ricci di pignorare quei soldi per una necessità urgente. “Nell’interrogatorio, quando ha confessato – sottolinea il pubblico ministero – ha detto di aver sempre avuto problemi economici perché guadagnava pochissimo, aveva molte spese e dava anche il contributo per i figli alla ex moglie”. Ma quei cassetti potrebbero essere stati frugati non per cercare soldi ma per simulare una rapina. «Non sappiamo ancora quale delle due ipotesi sia vera», ammette il pubblico ministero.

Le dichiarazioni dell’indagato

L’ipotesi della rapina simulata apre altri due scenari. Il secondo è quello che emerge dalle dichiarazioni dell’indagato, sottoposto dal gip Giacomo Gasparini alla custodia cautelare in carcere dopo la convalida dell’arresto per duplice omicidio aggravato. Afferma di non aver avuto bisogno di quei soldi perché dopo l’asta della casa del padre non aveva altri debiti.

Sostiene inoltre che il padre, 15 giorni prima, aveva ricevuto l’anticipo dell’affitto da una persona venuta in suo soccorso, di cui non conosceva l’identità. È lo scenario più incoerente perché Luca Ricci, che sulla base di alcuni flash di memoria ha ammesso di aver aggredito i genitori nella notte tra domenica e lunedì scorsi, non è stato in grado di dire perché lo abbia fatto. I suoi ricordi hanno certamente causato un forte shock emotivo, ma non si può escludere che, almeno in una certa misura, stia mentendo, anche perché è stato accertato che alcune sue dichiarazioni non sono vere (ha detto di aver dormito a casa sua dopo il duplice delitto, invece ha navigato a lungo su internet).

La paura della colpa

Infine, il terzo scenario è quello dell’assenza di denaro: il più probabile, con recidive di simili feroci delitti familiari. Luca Ricci potrebbe aver garantito ai genitori che li avrebbe tirati fuori dai guai in cui li aveva cacciati. Inoltre, ha mantenuto i rapporti con l’avvocato e con il nuovo proprietario, un imprenditore artigiano di Cuccurano.

Avrebbe voluto aiutare i suoi genitori ma non riusciva a trovare i soldi per farlo e il duplice omicidio compiuto in modo lucido e spietato (le vittime furono sorprese dalla violenza) avrebbe potuto essere il suo modo per sfuggire alla famiglia dei genitori. giudizio e colpa. di parenti e amici per averli messi in strada. “Potrebbe essere stato un atto dettato dalla disperazione”, commenta il pubblico ministero.

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Corriere Adriatico

 
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