“Più polizia locale e sentinelle di quartiere per dare un segnale nelle zone calde” – .

“Più polizia locale e sentinelle di quartiere per dare un segnale nelle zone calde” – .
“Più polizia locale e sentinelle di quartiere per dare un segnale nelle zone calde” – .

Per molti anni consigliere provinciale e regionale, alle spalle un’esperienza da consigliere nel Comune di Premilcuore a 20 anni. Oggi Luca Bartolini è entrato a far parte della squadra di Gian Luca Zattini tra le fila di Fratelli d’Italia. Il sindaco gli ha affidato le deleghe su riqualificazione urbana, grandi opere, edilizia, sicurezza e polizia locale.

Il suo nome è emerso solo nei giorni precedenti la formazione della giunta. Come è stata presa la decisione?

“Mi è stata offerta questa opportunità dopo 10 anni di consiglio regionale e 19 di consiglio provinciale. Da ragazzo ho fatto il consigliere comunale in un piccolo paese, ma mi mancava questa esperienza. Metto quindi a disposizione le competenze che ho maturato in questi anni di attività politica per contribuire ulteriormente alla crescita di Forlì e ringrazio chi ha indicato la mia figura, in particolare la presidente di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri e il vice ministro Galeazzo Bignami ”.

Secondo lei questa nomina è frutto del lavoro svolto a livello locale negli ultimi anni?

«Non ho mai smesso di fare politica. In questi anni ho costruito una rete di relazioni con gli amministratori dei territori, questo è un valore aggiunto che posso mettere a disposizione della giunta nei rapporti con gli altri Comuni. A differenza di quanto sostiene la sinistra, Zattini non è isolato dalle realtà limitrofe perché è uscito dall’Unione, e secondo me ha fatto bene. Questo non significa che non ci siano rapporti con gli altri Comuni in una sinergia di accordi per alcuni servizi, come è successo ad esempio con Castrocaro per la polizia locale».

FdI ha tre consiglieri nel consiglio. Come rispondi a chi dice che questa è una squadra che si è spostata più a destra?

«FdI è il primo partito a livello nazionale e che esprime il presidente del Consiglio. Nell’ultimo anno il governo ha dato un grande aiuto alla città di Forlì attraverso i nostri parlamentari e il viceministro che è intervenuto più volte con successo, oltre alla presenza di Marco Catalano alle passate elezioni comunali. Oggi Fdi ha tre consiglieri e siamo convinti che con una rappresentanza forte si possa fare bene. Lavoreremo in squadra con il sindaco e gli altri consiglieri, cercando di dare un contributo importante, anche grazie alla rete di relazioni a livello nazionale”.

Sei responsabile della rigenerazione urbana. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

«In effetti si tratta sempre di pianificazione urbana. In questi cinque anni, confidiamo, l’obiettivo è omologare il Carlino il prima possibile. Rigenerazione urbana perché in futuro la legge regionale non permette di costruire il nuovo, ma rigenerare l’esistente. Il Carlino ha già fatto un primo lavoro, partiamo da quello e viste le nuove linee guida della Regione riattiverò un processo di confronto continuo con le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Non deve essere uno strumento imposto, ma condiviso”.

L’Amministrazione è stata criticata in passato, soprattutto dopo le recenti approvazioni e il proliferare dei supermercati.

“Zattini ha ereditato un piano commerciale del 2017 che è stato completato nel maggio 2024. Non ci sarà quindi un proliferare di ulteriori aree di questo tipo. Sul versante produttivo, invece, ci sarà la massima disponibilità a non bloccare le potenzialità di crescita della città per le imprese che vogliono sviluppare il territorio. Su questo fronte, inoltre, cercheremo di ridurre la burocrazia delle procedure”.

Cosa intendiamo per grandi opere?

“L’ex monastero di Ripa, dove siamo in stretto contatto con il ministro Gennaro Sangiuliano per portare a termine l’impegno preso. Poi c’è l’ex Hotel della Città dove è stato avviato un iter per renderlo fruibile agli studenti universitari e l’ex Eridania. Sì a un grande parco nel centro storico, oltre ad avviare un concorso di idee a livello europeo che coinvolga i più grandi studi di architettura proprio per cercare di individuare un utilizzo compatibile con le esigenze della città”.

La sicurezza, un osso duro. Come intendi muoverti?

«Un tema che ci sta molto a cuore. Nel frattempo occorre ripristinare la polizia di quartiere. Si comincia da Ca’ Ossi con due turni per allargarsi anche ad altre zone. Attuare il sistema di videosorveglianza e poi vogliamo potenziare alcune strutture per dare un segnale importante nelle zone calde della città, come i Portici-Stazione e tra piazza Saffi e corso Mazzini. Quindi una maggiore presenza di divise per strada, soprattutto della polizia locale”.

C’è anche chi ha sollevato la possibilità di ricorrere all’esercito.

«C’è un progetto del ministero che si chiama “Città sicure”, ma è ancora acerbo e bisogna capire se ci sono le condizioni per Roma. Io non sarei contrario, nel senso che più forze dell’ordine ci sono sul territorio meglio è. Il nostro è un centro storico difficile: a causa di scelte sbagliate del passato che hanno portato ad avere qui molte case popolari, oggi ci troviamo di fronte a contesti di degrado che necessitano di essere affrontati. Non avremo la bacchetta magica, ma saremo impegnati al massimo per far sì che il Pl e le altre forze dell’ordine siano più presenti”.

Come sarà strutturata la polizia locale?

“Innanzitutto, dobbiamo accorpare la polizia locale in un unico ufficio in via Punta di Ferro (ora sono decentrati in tre zone della città, ndr), mantenendo anche una presenza nel centro storico. Infine, aumenteremo il personale.”

 
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