«Al centro il lavoro è diminuito» – .

La storica farmacia Dall’Armi nella piazza della Cattedrale cambia di mano dopo 75 anni. Era infatti il ​​1949 quando il capostipite della famiglia Pattini, Icilio, la acquistò da un certo dottor Paolazzi, e iniziò l’avventura che ha portato i Pattini – prima con il figlio Alberto e poi con la nipote Alessandra – a condurre la farmacia fino ad oggi. La scelta di vendere l’intera azienda, ora composta da Alberto e Alessandra, è stato doloroso: «Sono tre anni che ho il cancro, non sto più bene. E mia figlia ha deciso di passare più tempo con i suoi figli», rivela Alberto Pattini.

La farmacia più longeva di Trento

I Pattini hanno gestito Dall’Armi per tutta la storia della Repubblica, ma quella farmacia all’ombra del Duomo ha origini ben più antiche. Il primo i documenti risalgono al 1450che la rende la più longeva di Trento. All’epoca era in mano alla famiglia Balduini, medici e speziali del Rinascimento, famosi per aver eseguito l’autopsia di “Simonino”, il bambino scomparso il cui corpo fu ritrovato poco prima di Pasqua. Per quell’episodio, membri della comunità ebraica del capoluogo vennero torturati e uccisi, con la falsa accusa di voler perpetuare la Crocifissione di Gesù. Il primo passaggio di proprietà avvenne ad opera di Andrea Crivelli, che sposò una Balduini nella prima metà del Cinquecento. Crivelli, speziale e architetto, lasciò il segno nella storia di Trento con il suo Magno Palazzo al Buonconsiglio. Ai suoi tempi, la farmacia si chiamava «Specialista»che dal tedesco significa “farmacia”.

La famiglia che ha inventato l’Oktoberfest

La famiglia Dall’Armi lo acquistò agli inizi del XVIII secolo, mantenendolo fino a poco prima del dopoguerra. Lo scrive lo stesso Alberto Pattini nel suo libro La famiglia Dall’Armi di Trento del 1999, dove parla di Andrea Dall’Armi, linventore dell’Oktoberfest in onore del principe Ludovico. E di Giovanni Dall’Armi, il primo a portare la litografia in Italia dalla Germania. Oltre ad altre iniziative della famiglia, come la fondazione nell’Ottocento della “Scuola comunale trentina di moralità cattolica”, una delle prime istituzioni educative del territorio.

I tossicodipendenti degli anni ’80 e la metamorfosi del centro

Venendo ad anni più recenti, per Alberto Pattini si è trattato di assistere al cambiamento dello stile di vita a Trento, partendo dal punto di vista privilegiato di Piazza del Duomo. A partire da quando il tossicodipendenti negli anni ’80 si radunavano lì davanti per procurarsi siringhe e acido citrico (“Spaventavano la gente e qualcuno andava in overdose proprio lì. C’erano tensioni continue anche perché volevano tutto gratis. Sei volte sono entrati di notte per procurarsi la droga”). Poi c’è stata la riqualificazione del centro storico stesso che ha influenzato il commercio. “Un tempo i clienti venivano da tutto il Trentino per la droga – racconta Pattini – Avendo parcheggio rimosso dal centro storico e dotato di parcheggi le farmacie periferiche, qui da fuori città non viene più nessuno. Il centro storico è diventato un salotto dove la gente passeggia il sabato e la domenica e magari a qualcuno viene l’idea di comprare qualcosa. Ma ora il grosso del lavoro è scomparso a causa della situazione del traffico».

«Ringraziamo tutti»

Fino alla fine dell’Ottocento nel centro esistevano sei farmacie, ora si sono ridotte di numero, così come i residenti. «In teoria dovrebbe esserci una farmacia ogni 4mila abitanti. Ma nel centro storico non ci sono più 4mila abitanti – prosegue – C’è stata una crisi sugli accessi: ecco le ricette sono fatte con un computer e si usa la tessera sanitaria, perché mai uno dovrebbe venire nel centro storico a fare rifornimento invece di stare più vicino a casa?”. A chiunque prenderà il suo posto, Pattini non ha raccomandazioni da dare, se non quella di “viverla”. Ci tiene però a ringraziare “tutti i dipendenti che ci hanno seguito, mia figlia, mia moglie Aurora che ha gestito l’amministrazione, e i cittadini che hanno apprezzato il nostro lavoro”.

 
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