CYFEST Media Art Festival a Venezia – .

CYFEST Media Art Festival a Venezia – .
CYFEST Media Art Festival a Venezia – .

In un presente caratterizzato da un’accelerazione apparentemente inarrestabile, in cui la tecnologia sembra aver superato i limiti umani e l’antropocentrismo è irrimediabilmente messo in discussione, cosa è vulnerabilità? Non più uno stato individuale ed emotivo, ma una condizione collettiva – e non solo umana, ma anche “più che umana”, che coinvolge la natura e gli ecosistemi minacciati dai cambiamenti climatici. È questo il tema scelto da Elena Gubanova e Silvia Burini per CONSISTun festival itinerante di media art fondato nel 2007 e giunto ora alla sua 15a edizione.

Arriva a Venezia la 15a edizione del CYFEST

Dopo le precedenti edizioni a Yerevan in Armenia e Miami negli Stati Uniti, la manifestazione fa tappa a Venezia, nell’isola della Giudecca, ospitata da CREARE Cantieri Navali Contemporanei. Indagando la vulnerabilità, intesa in questo caso come “antifragilità” non solo dei sistemi biologici, ma anche di quelli sociali e tecnologici, gli artisti selezionati – tutti di caratura internazionale – presentano opere prevalentemente multimediali, ovvero che presentano un processo legato all’automazione, al digitale o alla cibernetica. Emerge chiaramente un filo conduttore tematico: quello della rapporto tra tecnologia e naturache accompagna il visitatore attraverso i due piani dello spazio espositivo, a partire dal progetto multidisciplinare Tracciatore di gocce di Tuula Närhinen, uno studio sulla forma delle gocce di pioggia catturate dall’artista su una lastra di vetro e poi ingrandite macroscopicamente.

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CYFEST 15, Vulnerabilità, Veduta dell’installazione, CREA—One Contemporary Art Space, 2024. Foto Edith Bunimovich

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CYFEST 15, Vulnerabilità, Veduta dell’installazione, CREA—One Contemporary Art Space, 2024. Foto Edith Bunimovich

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Max Blotas, Crystal clear _ Eau de Roche, Installazione, 2020. CYFEST 15 Vulnerability, CREA-One Contemporary Art Space, 2024. Foto Edith Bunimovich.

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Tuula Närhinen, Drop Tracer, Installazione sonora e video, 2011. CYFEST 15 Vulnerability, CREA-One Contemporary Art Space, 2024. Foto Edith Bunimovich

Tra tecnologia, scienza, arte e natura

La scienza – o la scienza arte – è quasi sempre presente: lo troviamo nell’opera di Anna Maria Maesuna sorta di coltura batterica su tessuti di grandi dimensioni, che espandendosi mette in scena una riflessione sull’importanza della vita microbica in una prospettiva post-umana, ma anche (seppur in modo diverso) nello studio dell’ Maria Teresa Sartoriche propone una ricerca estetica sulla geologia attraverso sfregamento dalle rocce della cava Rosà, in provincia di Vicenza, che richiamano una catalogazione scientifica (ma che in realtà hanno un carattere puramente formale). C’è poi la suggestiva opera di videoarte di Fabrizio Plessiche attraverso un “totem” di schermi riflette sul concetto di energia, rappresentato dal potere generativo e distruttivo del fulmine. E poi l’installazione performativa del collettivo russo Dove corrono i caniche “visualizzano” la geometria del frattale di Mandelbrot attraverso schemi matematici riprodotti con una trama a maglia.

Laura Cocciolillo

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