Revocati gli arresti domiciliari per la moglie e la suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. Il Tribunale di Latina, nell’ambito del processo sulle cooperative coinvolte nella gestione dei richiedenti asilo e dei minori non accompagnati, ha deciso di accogliere la richiesta dei difensori non sussistendo esigenze cautelari a carico degli imputati. Il giudice ha quindi revocato gli arresti domiciliari e disposto l’obbligo di firma per Liliane Murekatete, moglie del deputato, e sua suocera Marie Therese Mukamatsindo. Revocato l’obbligo di permanenza a casa anche per il cognato Michel Rukundo.
Accuse di frode, bancarotta e autoriciclaggio
Il collegio che ha scarcerato la moglie di Soumahoro è lo stesso del tribunale di Latina presso cui è in corso il processo alle cooperative impegnate nella gestione dei richiedenti asilo e dei minori non accompagnati. Le accuse contestate, a vario titolo e a seconda delle posizioni, sono frode in pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta di beni (per distrazione) e autoriciclaggio. La moglie, la suocera e il cognato di Aboubakar Soumahoro, eletto con Alleanza Verdi-Sinistra e ora nel gruppo Misto, sono stati rinviati a giudizio a inizio aprile dal gip del tribunale di Latina, Giulia Paolini, che aveva accolto le richieste del pm Giuseppe Milian. I tre sono indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Latina sulla gestione di fondi pubblici erogati dalla cooperativa Karibu e dal consorzio Aid.
