L’alfiere volante ringrazia Cremona – .

CREMONA – È ancora un vescovo volantema delle vette e non più degli abissi. «Ogni tanto vado all’aeroclub qui vicino e faccio qualche giro, c’è una bella pista». Monsignor Luciano Capelli, 76 anniha rinunciato alla guida per limiti di età a causa del raggiungimento dei limiti di età diocesi di GizoA Salomoneil paradiso formato da 992 isole (di cui 365 abitate) in Oceania, nel Pacifico, alle estremità della terra, ed è tornato a Tirano (Sondrio)dove era nato. Era di casa a Migliaro, dove si era addestrato su un nuovo idrovolante: «Si può dire che Cremona mi ha salvato la vita due volte mentre ero in mezzo all’oceano. Ora vi spiego perché.” In realtà, il sacerdote famoso per il suo coraggio e le sue doti di pilota, oltre che per la sua contagiosa allegria, il Cremonese lo conosce fin da quando era bambino. «Ero nei Salesiani, in quei tempi c’era un fiorire di vocazioni. Ho fatto le scuole a Montodine e Fiesco. Anni indimenticabili. È lì che ho imparato a giocare a calcio lungo il Serio: veniva tirato il rigore ma non si vedeva il portiere perché c’era la nebbia”. Poi studi di teologia e professione. «I miei superiori mi hanno chiesto dove volevo essere mandato. Lì dove c’è più bisogno ho risposto».

Da allora ha portato l’opera di Don Bosco in giro per il mondo, dalle Filippine, dove è rimasto per 34 anni, Timor e Papua. È nel 1999dopo un terremoto che distrusse case e chiese, nelle isole Salomone.

“Le isole sono distanti dai trenta ai duecento chilometri. Un territorio vasto, 18 abitanti per chilometro quadrato. All’inizio, per andare tra i miei fedeli a diffondere il Vangelo, mi spostavo in barca, con un motore fuoribordo. Ma il viaggio fu lungo e pericoloso a causa delle onde e del tempo molto variabile”. E così l’idea del piccolo aereoun ultraleggero.

“I primi a raccontarmelo sono stati i miei amici di Sondrio. ‘Sei pazzo’, è stata la mia reazione.” Anche monsignor Capelli doveva essere un po’ matto, nominato vescovo nel 2007il quale, dopo aver accettato la proposta e ottenuto le licenze necessarie per diventare pilota, convinse il IL comprare una due posti.

Monsignor Luciano Capelli at Migliaro airport with Graziano Mazzolari

«Ho impiegato un’ora e un quarto per percorrere 170 chilometri contro le 8-12 ore in barca. Abbiamo risparmiato anche sui costi della benzina”. Don Capelli è stato a Cremona più volte. L’ultimo e il più importante a marzo 2017 sedersi ai comandi dell’idrovolante, a Savana bianca e blusempre messo a disposizione dalla Conferenza Episcopale. «Mi è piaciuto provarlo sul Alpi e su e giù per il lago COME».

Prima di spedire l’aereo dall’altra parte della terra, si è allenato a Migliaro con un istruttore eccezionale come Graziano Mazzolariproprietario del Italian flying school of Corte de’ Cortesiche progetta e costruisce galleggianti per ultraleggeri anfibi in tutto il mondo.

“Un giorno mi sono trovato circondato da fulmini e ho dovuto atterrare. Ci sono riuscito grazie a quegli ‘stivali’ attaccati da Graziano. Un’altra volta – era tardo pomeriggio, quando le correnti si alzano più frequentemente e scoppiano i temporali – non sono riuscito ad atterrare a causa del vento. Ma, con quel bellissimo, fantastico aereo, ho trovato un’isola vicina, una baia meno disastrosa, e ce l’ho fatta.”

Monsignor Capelli ripensa a quei brividi e si emoziona: «Cremona ha un piccolo posto nel mio cuore. È stata la città a ispirarmi a mettere i galleggianti sotto l’idrovolante. Senza di loro sarei morto due volte. Quindi, forza Cremona.

La diocesi di Gizo fu affidata a monsignor Peter Houhou, il primo vescovo locale. «Mentre nel nostro Paese le parrocchie chiudono e si uniscono, quei luoghi sono benedetti da una rinascita del cristianesimo. E così ho potuto ritirarmi in tutta tranquillità: sono tornato a Valtellinaa casa dei miei genitori, che non sono più qui, dove vivo con mio fratello. Do una mano al vicino santuario. Ho avuto problemi cardiaci. Grazie al riposo completo, il mio cuore ora sta bene. Ora ho i diverticoli, un regalo di 59 anni dei Tropici. Ad ottobre mi sottoporrò ad un intervento chirurgico Roma». Dall’oceano alle montagne, da un inno alla bellezza all’altro. «Lì era tutto piatto, qui è tutto diesis. Godo di una splendida vista sul Bernina». Non ha dimenticato, non poteva, il Salomone anche se la sua missione, seppure a distanza, non si è fermata. «In questi anni tante persone sono andate lì 180 volontari della nostra associazione: uno partito pochi giorni fa; un altro, Maddalenalei è andata lì 19 volte. È come il blues africano. I rapporti su quelle isole sono meravigliosi, intimi, qualcosa che qui stiamo perdendo. Certo, mi sento un po’ nostalgiaanche se c’è Anche qui c’è tanto lavoro da fare. E poi, con una tastiera davanti, puoi fare un sacco di cose anche lì. È come avere la porta accanto.”

Monsignor Capelli prevede di visitarlo in ottobre per 3-4 mesiquelle terre dove ha vissuto per 24 anni. Lo precederà, a settembre, Papa Francesco, con il viaggio in Oceania. «Faccio come le rondini che prima o poi ritornano».

E l’idrovolante miracoloso? “È rimasto laggiù. In accordo con il mio successore, l’ho messo in vendita, all’asta. Ci sono 3-4 interessivediamo se si concretizzeranno”. Ad agosto scade la licenza di pilota. “Mi metterò in fila per la visita medica e per rinnovarla? Certo che si”. Continuerà ad essere il don del cielouna definizione un po’ abusata ma che ogni volta gli fa arrivare un messaggio sorriso sincero. «Quando si è avvicinato il momento delle dimissioni dall’incarico, sa come ho firmato? Monsignor Capelli, vescovo povero e volante».

 
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