“Speriamo che sia vivo” – .

“Speriamo che sia vivo” – .
“Speriamo che sia vivo” – .

Reggio Emilia, 1 luglio 2024 Prima il marito, ora l’amato figlio più giovane Giustino Danilo. La 49enne Natalia Kravchenko È una donna che nella sua vita ha dovuto affrontare molte perdite e difficoltà, a cominciare dal trasferimento dalla nativa Lutsk in Ucraina all’Italia, e ieri ha chinato ancora una volta il capo davanti a un destino che l’ha colpita negli affetti più teneri.

«Era un bravo ragazzo, bello e buono», racconta, sconvolta dal dolore e dal calore immenso che grava sulla zona dove sta aiutando con le ricerche. Con lei, la figlia Tania, il figlio maggiore Nick e i due giovanissimi amici del figlio, che hanno assistito in prima persona alla tragedia. E poi il suo nuovo compagno, genero e altri membri della famiglia. Per ore attesero, seduti sugli scogli in riva all’Enza, che avvenisse il miracolo.

“Danilo è nato in Ucraina ma lo abbiamo portato in Italia da bambino. Lui è cresciuto qui. Suo padre è morto… Viviamo a Reggio, dove ha frequentato l’istituto professionale Simonini – spiega la madre -. Ora lavorava come idraulico presso l’azienda Pellicciarinella zona industriale all’ingresso della tangenziale dietro McDonald’s. Era un ragazzo pieno di gioia”.

Sospira e aggiunge: “I subacquei hanno interrotto le ricerchec’è troppa corrente. Aspettiamo. Speriamo che il fiume lo abbia portato da qualche parte, ma io vivo. Che è stato ferito, ma è vivo.”

Nataliya racconta poi la storia dei due amici di suo figlio: “Hanno cercato di salvarlo, ma quando si sono voltati per prendere un bastone, qualcosa per tirarlo su… non c’era più. Sapeva nuotare, ma lì nemmeno i tuffatori. riescono ad entrare. Anche se qualcuno sa nuotare, lì sotto è inutile… Adesso proveranno a cercarlo con un gommone, con un robot, con un drone… non lo so.”

La donna mostra le foto di Danilo sul cellulare nel giorno del suo compleanno, circondato dai parenti.

Lui sta sorridendo, con i capelli molto scuri e l’orecchino.

In una ripresa è seduto accanto alla sua bellissima sorella, sua madre lo abbraccia, baciandolo orgogliosamente sulla testa e lui tira fuori la lingua divertito.

Sulle sponde dell’Enza gli altri familiari non vogliono parlare: “È un momento troppo delicato”.

Addolorati anche i due amici che erano con Danilo erano arrivati ​​alle rive del torrente per sfuggire al caldo della città: i carabinieri li hanno interrogati sotto il portico di una casa vicina per ricostruire nei dettagli la dinamica dell’incidente e acquisire il video girato prima di quel tuffo mortale. Anche loro non se la sentono di raccontare, schiacciati dal dolore.

Intorno alle loro figure pietrificate piace le rocce su cui si siedonole ricerche sono in pieno svolgimento, coordinate dai Vigili del Fuoco su un “posto comando avanzato”, un’unità mobile cui fanno capo le squadre Saf di Reggio, i sommozzatori di Firenze e l’elicottero di Bologna. Solo la sera, con il buio, si fermeranno.

 
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